Safilo prevede ricavi a 970 milioni A Longarone investiti 5 milioni sulle nuove lavorazioni
LONGARONE (BELLUNO)
(m.d.f.) Safilo guarda ai conti di chiusura 2018. Li ha riferiti l’Ad Angelo Trocchia (nella foto con il personale ieri a
Longarone), che guida da fine aprile l’azienda attiva nell’occhialeria. Ricavi attorno ai 970 milioni, ed Ebitda di 40-45 milioni. Dati non brillanti, se si considera che il gruppo di proprietà del fondo olandese Hal aveva chiuso il 2017 con un fatturato pari a 1.047 milioni, già in perdita (- 16,4% a cambi correnti) rispetto agli 1,25 miliardi del 2016; e con un ebitda pari a 38-40 milioni, ma già in calo rispetto agli 88,8 milioni del 2016. C’è da ridurre i costi strutturali di 70 milioni, limitando il numero di fornitori. C’è da riallineare l’azienda col mercato, focalizzato sugli occhiali da vista, più che da sole. Quanto alla riduzione dei costi strutturali, Trocchia ha affermato che gli stabilimenti «stanno incrementando la loro efficienza»; e ciò, sommato alla riduzione del personale estero, ha già comportato il recupero di circa 15 milioni. Quanto agli esuberi italiani, per Trocchia «l’azienda sta parlando con i sindacati per cercare di ridurre la cifra di posizioni critiche». Il gruppo ha circa 7mila dipendenti, di cui circa 3mila in Italia. E intorno all’aumento di capitale da 150 milioni, per Trocchia «nella pratica, sarà effettuato prima della fine dell’anno».
Ieri, peraltro, Safilo ha inaugurato a Longarone nuovi processi di produzione al 100% «nichel free». In pratica, l’azienda, con un investimento di 5 milioni, ha sviluppato tecnologie galvaniche esenti da cianuri e nichel. Il brillantante per le montature sarà realizzato con una nuova lega, che è un segreto aziendale.