Sanità, Coletto sottosegretario
Prende il posto di Fugatti, neogovernatore in Trentino. Autonomia, la grillina Lezzi: il Nord non tratterrà i soldi delle tasse Terzo veronese nel governo legastellato. In giunta regionale potrebbe arrivare Montagnoli
Il veronese Luca Coletto lascia il Veneto e si accasa a Roma: sarà il nuovo sottosegretario alla Sanità, dopo aver ricoperto il ruolo di assessore nello stesso settore per otto anni al fianco di Zaia. La decisione è stata presa ieri dal Consiglio dei ministri. La notizia è stata confermata a tarda sera dal tradizionale comunicato diffuso da Palazzo Chigi al termine delle riunioni dell’esecutivo. In giunta regionale potrebbe entrare un altro leghista veronese, Alessandro Montagnoli.
Luca Coletto lascia il Veneto e si accasa a Roma: sarà il nuovo sottosegretario alla Sanità, dopo aver ricoperto il ruolo di assessore nello stesso settore per otto anni al fianco di Zaia. La decisione è stata presa ieri dal Consiglio dei ministri. Dopo aver trovato autorevoli conferme al ministero ed essere stata rilanciata dai parlamentari della Lega a Roma e dai consiglieri regionali a Venezia (nella chat del gruppo era tutto un florilegio di complimenti e congratulazioni a cui però Coletto non ha mai risposto, forse per scaramanzia), la notizia è stata confermata a tarda sera dal tradizionale comunicato diffuso da Palazzo Chigi al termine delle riunioni dell’esecutivo: «Il presidente Giuseppe Conte ha sentito il Consiglio dei ministri in merito alla proposta di nominare, di concerto con il ministro della Salute Giulia Grillo, il signor Luca Coletto a sottosegretario di Stato alla Salute». La nomina dovrà essere ora ratificata da un decreto del presidente della Repubblica.
Leghista, Coletto andrà dunque ad occupare il posto che dal giorno della formazione del governo Lega-M5S era assegnato a Maurizio Fugatti, eletto il 3 novembre scorso presidente della Provincia autonoma di Trento. Affiancherà il medico Armando Bartolazzi come vice della ministra pentastellata Grillo, dopo aver battuto la concorrenza - così si sussurra a Roma - di Maria Grazia Cantù, lombarda, ex assessore al Welfare nella giunta Maroni e ora senatrice e vicepresidente della commissione Sanità.
Coletto, 57 anni, veronese e geometra, un passato da assessore all’Ambiente in Provincia, arrivò a Palazzo Balbi nel 2010 da «assessore esterno» (non eletto) come alfiere in laguna dell’allora sindaco di Verona e segretario della Liga Veneta Flavio Tosi, deciso a presidiare con un suo fedelissimo il più strategico dei settori dell’amministrazione regionale, il più importante dal punto di vista economico, dal momento che gestisce 9 miliardi sui 13 complessivi che conta il bilancio (Tosi era stato a sua volta assessore alla Sanità dal 2005 al 2008). Un rapporto, quello con Tosi, che è andato via via sfilacciandosi sempre di più, di pari passo con la nascita di un forte legame fiduciario con Zaia e difatti Coletto si schierò con quest’ultimo quando, nel 2015, si consumò lo strappo definitivo tra il governatore e il sindaco, poi cacciato dalla Lega da Matteo Salvini. Riconfermato - anche per questo - da Zaia nel 2015 nello stesso ruolo, Coletto ha però sempre avuto un rapporto difficile con il suo segretario regionale, Domenico Mantoan, potente e volitivo manager della sanità, con cui nel tempo ha finito per crearsi un dualismo forte a tal punto da mettere in difficoltà lo stesso Zaia, con episodi plateali anche durante le riunioni della giunta. Chi gli vuole male giudica anche alla luce di questo la nomina a sottosegretario, una sorta di promoveatur ut amoveatur in cui Zaia, tra l’assessore ed il manager, avrebbe infine preferito tenersi il manager. Con il paradosso, se si vuole, che ora potrebbe essere proprio Mantoan a prendere il posto di Coletto alla guida di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (una casella parecchio considerata all’interno della galassia di settore). Va da sé che l’approdo di Coletto a Roma, terzo sottosegretario veneto dopo Bitonci all’Economia e Manzato all’Agricoltura, provocherà a cascata un rimpasto in giunta. Pareva che il suo posto potesse essere preso dall’attuale presidente della commissione Sanità, Fabrizio Boron (padovano, sarebbe stato chiamato a gestire con Zaia l’operazione del nuovo ospedale). Pare invece che il governatore preferisca spostare alla Sanità l’attuale assessore al Sociale Manuela Lanzarin, che molto bene ha fatto fin qui, dando quest’ultima delega ad Alessandro Montagnoli, consigliere veronese come Coletto, così da preservare gli equilibri territoriali interni al partito. «È una splendida notizia - si complimenta Zaia con questa nomina si riconosce il valore del lavoro fatto in questi anni sulla sanità veneta. Luca garantirà efficienza e grandi risultati».