Corriere di Verona

Fondazione Arena, istruttori­a del ministero sul passaggio di deleghe

Roma vuole chiariment­i sulla passaggio di poteri tra Gasdia e direttore generale

- Matteo Sorio

Sulla cessione delle deleghe operative il ministero per i Beni e le attività culturali vuole vederci chiaro. Vuole verificare, cioè, che tutto sia stato fatto a misura di legge e di statuto della Fondazione Arena.

Il Ministero per i beni e le attività culturali vuole vederci chiaro. Vuole verificare, cioè, che tutto sia stato fatto a misura di legge e di statuto della Fondazione Arena. E così adesso, a Roma, è stata aperta un’istruttori­a, di fatto un’indagine interna, sulla cessione delle deleghe operative, eccetto quelle della direzione artistica, dalla sovrintend­ente Cecilia Gasdia – cui quelle deleghe comunque spettavano per statuto – al direttore generale Gianfranco De Cesaris.

Parliamo del passaggio avvenuto nel consiglio d’indirizzo del 4 ottobre scorso, dopo le aspre polemiche fra i vertici della Fondazione e sotto la spinta dell’intervento deciso del sindaco, Federico Sboarina, che ricordò a tutti (ma il riferiment­o principale fu Gasdia) la necessità di «fare gioco di squadra». Un intervento, quello, motivato dal ritardo nell’effettuare il passaggio di deleghe stesso.

Passaggio stabilito in un tacito accordo, a inizio anno, quando Sboarina, di fronte all’indisponib­ilità del Ministero a nominare un profilo senza esperienza specifica nel mondo dei teatri e della cultura, scelse Gasdia per il ruolo di sovrintend­ente ma con il manager De Cesaris in squadra e destinato, appunto, a diventare il vero plenipoten­ziario ricevendo da lei tutta una serie di deleghe slegate dalla dire- zione artistica, vedi anche quelle concernent­i la gestione dei conti e delle partite sindacali aperte. Un accordo verbale in apparenza condiviso, ma in realtà lasciato lì nel cassetto degli intendimen­ti.

Fino alla lettera in cui De Cesaris e i dirigenti Francesca Tartarotti e Andrea Delaini accusavano Gasdia di trattarli «da scolaretti» e al consiglio d’indirizzo del 3 settembre in cui Sboarina chiedeva a Gasdia di rispettare il patto originario spogliando­si di buona parte dei propri poteri. La «tregua» arrivava, come detto, il 4 ottobre scorso e ora, quasi due mesi dopo, ecco la notizia dell’indagine interna aperta dal Ministero. Il tutto mentre la Fondazione guarda al domani e ai suoi tanti problemi. Fra un mese e poco più, il 31 dicembre, si chiuderà l’ombrello della Legge Bray, che aveva permesso – per dire – il recente stop all’attività durante i mesi di ottobre e novembre. Dopodiché sarà in primis De Cesaris a dover tracciare un quadro per il futuro della Fondazione. Futuro che passa anche dal bando per la «predisposi­zione di un piano di sviluppo per il triennio 2019-2021», chiusosi il 25 ottobre scorso e indetto per affidare all’«esterno» obiettivi come «l’individuaz­ione di un modello di business, che garantisca sostenibil­ità e sviluppo, interventi sull’organizzaz­ione e ottimizzaz­ione operativa della struttura».

Dubbi Verifiche sul rispetto della legge e dello statuto

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Il tempio della lirica Il ministero vuole chiariment­i sulle deleghe in Fondazione Arena

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