Malati di cancro, sei mesi d’attesa «Subito chiarezza» L’Usl 3 nega tutto
Chiedono la testa del direttore generale, Giuseppe Dal Ben, le opposizioni in Regione e il Tribunale del Malato, dopo l’ultima appendice al caso dell’Usl 3 Serenissima, che ha modificato con un software il codice di priorità su 44.600 ricette, per migliorare le liste d’attesa. Tra i pazienti «rimandati» a tempi più lunghi ci sono 200 malati di cancro, che invece di essere visti entro 10 giorni come richiesto dal loro medico di base, sono stati visitati dopo sei mesi. E 28 di loro sono morti. «Ci piacerebbe vedere quali provvedimenti intende adottare la Regione — dichiara Flavio Magarini di Cittadinanzattiva, che nel Veneto ha aperto gli sportelli del Tribunale del Malato —. Il minimo che il governatore Luca Zaia possa fare è sospendere il direttore generale dell’Usl di Venezia, per impedire che intralci il lavoro degli inquirenti (la Procura di Venezia ha aperto un’inchiesta, ndr)».
Sul piede di guerra Claudio Sinigaglia (Pd), componente della commissione regionale Sanità: «Quanto emerso è orribile e inaccettabile. Mi auguro che le indagini smentiscano tutto, ma intanto va fatta chiarezza. E la commissione convochi Dal Ben». Il direttore sanitario dell’Usl 3, Onofrio Lamanna, assicura: «A tutti è stata garantita la prestazione nel tempo più breve possibile, a partire dalla priorità indicata dal medico curante. Anche nei casi in cui le successive verifiche evidenziavano l’ inappropriatezza della prescrizione non veniva in alcun modo toccato il percorso dell’utente, che usufruiva della prestazione secondo l’appuntamento fissato al Cup». Però l’Usl ha sospeso 5 mesi il dirigente delle liste d’attesa, Stefano Vianello.