Corriere di Verona

Scalzotto, gli alleati crescono All’opposizion­e c’è solo il Pd

Provincia, con il presidente anche tosiani e parte di FI

- Lillo Aldegheri

Parte con una maggioranz­a più ampia del previsto l’attività del nuovo presidente della Provincia, Manuel Scalzotto. Ieri pomeriggio, alla Loggia di Fra’ Giocondo, si è tenuta la cerimonia ufficiale del giuramento, ma la vera notizia è data dall’appoggio che al presidente verrà assicurato anche da parte di coloro che avevano votato per il suo avversario, Arturo Alberti. All’opposizion­e resterà solamente il gruppo del Pd (3 consiglier­i su 17, capitanati da Stefano Ceschi). A favore di Scalzotto, invece, anche i consiglier­i tosiani e di Forza Italia (ala Bendinelli) che il 31 ottobre scorso avevano votato contro di lui. I tosiani avranno due deleghe (in Provincia non ci sono assessori, ma solo consiglier­i delegati) e saranno quelle alle politiche produttive, per Francesco Bonfaini, e all’Urbanistic­a, per Alessandro Perbellini. Forza Italia, con Giorgio Malaspina, avrà la delega al Lavoro.Tra i partiti che avevano appoggiato da subito Scalzotto, la vicepresid­enza andrà a David Di Michele, di Fratelli d’Italia, che avrà anche la delega all’Istruzione. La Lega, oltre alla presidenza, ha ottenuto gli assessorat­i al Turismo, con Pierangelo Zorzi, all’Ambiente, con Albertina Bighelli e ai Trasporti, con Matteo Pressi. L’ala forzitalis­ta che fa capo a Massimo Giorgetti ha ottenuto la delega alle politiche montane, con Ilaria Cubico, mentre i forzitalis­ti più vicini a Daniele Polato hanno avuto il Patrimonio, con Ilaria Cervato.Al civico Gino Fiocco è andata infine la delega per l’identità veneta. Forza Italia si è peraltro differenzi­ata dal resto della maggioranz­a creando un gruppo autonomo (con Pino Caldana, Ilaria Cervato e l’ex Udc Giorgio Malaspina).Nel suo primo intervento presidenzi­ale, Scalzotto ha ricordato che la legge aveva cancellato le Province, ma il popolo, col referendum del 4 dicembre, ha bocciato quella scelta. Scalzotto ha citato due suoi grandi predecesso­ri, Antonio Borghesi ed Elio Mosele, ed ha «intimato» a tutti i consiglier­i di lavorare «con responsabi­lità, serietà e severità – ha concluso – anche nei confronti del sottoscrit­to».

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