Corriere di Verona

Vicenza come Venezia vietato sedersi a palazzo Cinquanta euro di multa per quattro ragazzi

Norma anti-degrado, protestano i giovani del Pd

- Gian Maria Collicelli

Cinquanta euro di multa a quattro ragazzini tra cui una minorenne – «colpevoli» di essersi seduti sugli scalini di un monumento.

Se si pensa a Venezia, si sbaglia. Gli episodi non arrivano dall’affollatis­sima piazza San Marco, dove i diktat del Comune impongono ai turisti in visita alcuni divieti come quello di non sedersi a mangiare e di non girare in monopattin­o. Le sanzioni, stavolta, sono scattate a Vicenza, città del Palladio, dove la Giunta di centrodest­ra guidata dal sindaco Francesco Rucco, e insediatas­i cinque mesi fa, ha deciso di varare un divieto inedito per il capoluogo berico, che strizza l’occhio alle misure in vigore nella città lagunare: vietato «stazionare sulla scalinata di accesso a Palazzo Chiericati e sul portico, sedendosi o sdraiandos­i a terra», ma anche stop all’utilizzo di «skateboard e altri accelerato­ri di andatura» in quello stesso luogo.

Il contesto è quello di un luogo, il palladiano palazzo Chiericati, dove spesso si ritrovano gruppi di ragazzi nel doposcuola, nelle sere d’estate, anche se nei mesi scorsi le colonne del monumento sono state prese di mira da scritte e atti vandalici. I vigili, negli ultimi dieci mesi, hanno emesso 46 multe per violazioni come la mendicità molesta, il bivacco di senzatetto che sceglievan­o quel luogo come dimora notturna e il consumo di alcolici. E siamo in pieno centro, a circa 50 metri dal Teatro Olimpico. Ma, proprio in virtù degli episodi registrati nel corso dei mesi estivi, il Comune ha lamentato una situazione di degrado e, dunque, è passato all’azione.

Dopo aver potenziato le panchine a ridosso dell’edificio, dal 21 novembre scorso è in vigore l’ordinanza che vieta, appunto, di sedersi sugli scalini del Chiericati, almeno per tutta la durata della mostra d’arte («Il trionfo del colore») che l’amministra­zione ha allestito proprio all’interno di quello spazio.

In questi giorni le prime multe, da 50 euro ciascuna: lunedì gli agenti della polizia locale hanno staccato due verbali nei confronti di due ragazze, di 17 e 21 anni, che nel tardo pomeriggio si erano sedute sulle scalinate del monumento; il giorno dopo è stata la volta di una coppia di 25 e 21 anni, arrivati da Venezia e Mogliano Veneto (Treviso), anche loro sanzionati perché seduti sulla scalinata di piazza Matteotti. E non c’è stato preavviso: i vigili li hanno visti e multati.

«Una settimana prima spiega il comandante della polizia locale, Cristiano Rosini - avevamo messo gli agenti sul posto per informare e avvisare dei divieti, che comunque sono segnalati da appositi cartelli. Ora il periodo di tolleranza è finito».

Anche il primo cittadino tiene il punto: «C’è un’ordinanza e va rispettata – afferma Rucco - anche se il nostro obiettivo non è di fare multe ma di porre un freno a quei comportame­nti, a volte anche maleducati, da parte di gruppi di ragazzi soliti a stazionare per ore, seduti, in piedi o sdraiati sul pavimento, mangiando e bevendo, ascoltando musica o utilizzand­o lo skateboard sotto il porticato di Palazzo Chiericati e abbandonan­do sul posto carte, sacchetti, lattine e bottigliet­te. Tant’è che da quando è stata emanata l’ordinanza, di fatto i bivacchi, come si registrava­no prima, non si sono più verificati».

Sta di fatto che il provvedime­nto del sindaco ha fatto discutere in città fin dal primo giorno, quando i Giovani democratic­i del Pd hanno messo in atto un flash-mob portando decine di persone a sedersi sui gradini del Chiericati. E ieri, alla notizia delle prime multe, la polemica è rinvigorit­a: «Le multe ai ragazzini – dichiarano dalla lista di opposizion­e in Comune «Da adesso in poi» – sono la dimostrazi­one di una delibera inutile e dannosa, perché i giovani stavano chiacchier­ando in modo tranquillo e questo non è certo sintomo di degrado. Il sindaco sta sbagliando e la sua è una battaglia contro il mondo giovanile, che invece ha il diritto di vivere in una città attrattiva».

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