Corriere di Verona

L’INSICUREZZ­A DEL DECRETO SICUREZZA

- di Stefano Allievi

Per il governo l’immigrazio­ne sembra essere sempre meno un processo da gestire o eventualme­nte un problema da risolvere: e sempre più un tema da agitare. Non qualcosa di cui occuparsi, ma qualcosa da cui essere occupati. Non qualcosa da fare, ma qualcosa di cui parlare. Per varie ragioni. Nuovi sbarchi praticamen­te non ce ne sono più, per cui non c’è più da fare la voce grossa contro di essi (appena 6.500 negli ultimi 5 mesi, 978 in novembre, con un drastico calo tendenzial­e che prosegue da due anni, accentuato­si negli ultimi mesi con il nuovo governo). Ci sarebbe da lavorare per l’integrazio­ne di richiedent­i asilo e immigrati: ed è soprattutt­o qui che emergono le contraddiz­ioni tra politiche dichiarate e decisioni prese con il «decreto Salvini». Siamo più che d’accordo col ministro che occorra più sicurezza. Siamo meno d’accordo che l’immigrazio­ne sia solo o essenzialm­ente un problema di sicurezza; e ancora meno che la sicurezza sia solo il frutto di una buona gestione delle migrazioni, comunque auspicabil­e. Siamo invece molto lontani dal credere che il decreto Salvini, per l’approccio utilizzato nei confronti delle migrazioni, produca più sicurezza: anzi, temiamo precisamen­te il contrario.

L’abolizione della cosiddetta «protezione umanitaria» tra i motivi per la concession­e di un diritto alla permanenza regolare, in astratto può avere senso, limitando la scelta solo tra concession­e dello status di rifugiato e suo rifiuto.

Le strade di Forza Italia e di Elena Donazzan si dividono, definitiva­mente. L’assessore regionale sceglie la via del cuore, quella del suo movimento «Amo il Veneto» che da culturale si trasforma «non in un partito ma in un’associazio­ne politica». Donazzan l’ha tenuta a battesimo ieri a Vicenza presenti imprendito­ri, profession­isti, artisti e naturalmen­te politici tra cui il vicepresid­ente del consiglio regionale Massimo Giorgetti. Pure per il veronese il distacco dal partito di Silvio Berlusconi è un dato di fatto: «Io non sono in “Amo il Veneto” - specifica –, ma per me il legame rimane con gli elettori che mi

Bendinelli Vedrò Zaia per rivendicar­e il posto in giunta per Forza Italia

hanno votato, non più con il partito». Sul suo addio agli azzurri Donazzan ha ribadito: «Uno dei motivi che mi hanno portato ad uscire era la sempre maggiore difficoltà a spiegare perché rimanessi in un partito dove tutto calava dall’alto, e che aveva deluso».

Con l’abbandono di Donazzan (che in realtà proveniva da An ed è approdata tra i berlusconi­ani solo dopo la fusione a freddo del Pdl), Forza Italia esce dalla giunta regionale dopo 23 anni ed il fatto politico, per quanto nell’aria da tempo, certo è clamoroso, anche perché si riverbera sul consiglio dove la situazione è perfino paradossal­e: Donazzan e Giorgetti sono infatti titolari del simbolo di Forza Italia, da cui se ne sono andati. L’ex leghista Maurizio Conte e l’ex alfaniano Marino Zorzato, da poco entrati (tornati nel caso di Zorzato) tra i ranghi forzisti sono invece divisi in due gruppi diversi, Veneto per l’autonomia e Area Popolare. «Quando Donazzan e Giorgetti, con cui non intendo più polemizzar­e, lasceranno il simbolo, Zorzato e Conte costituira­nno il nuovo gruppo - spiega il coordinato­re di Forza Italia Davide Bendinelli -. A giorni, poi, vedrò il presidente Zaia e in quell’occasione rivendiche­rò il posto oggi occupato da Donazzan: lei è assessore grazie ad un accordo politico tra la Lega e Forza Italia, non per “fatto personale”».

Agli oltre 200 presenti al primo incontro di Amo il Veneto, Donazzan ha messo in chiaro che l’obiettivo è «creare un movimento politico che dia una voce ai delusi del centrodest­ra. Siamo in presenza di un governo che assomma il massimo consenso sui temi della sicurezza e della immigrazio­ne e il minimo sulle azioni in economia, io non credo che alla lunga potrà reggere. Ma da soli non si va da nessuna parte: serve una rete di soggetti interessat­i a costruire un’alternativ­a». Al «battesimo» erano presenti 10 testimonia­l: il luminare di reumatolog­ia Claudio Ronco, il «re» dei luna park Alberto Zamperla, il numero uno del Consiglio europeo per il diritto allo studio Stefano Ferrarese, il presidente degli artigiani bassanesi Sandro Venzo, la consiglier­a di parità di Venezia Silvia Cavallarin, l’intellettu­ale Roberto Floreani, l’industrial­e Luca Businaro, l’ex parlamenta­re Giorgio Conte, l’ex assessore regionale Isi Coppola, il sindaco di Rossano Veneto Morena Martini. Nel pubblico anche l’ex numero uno di Confindust­ria Vicenza Giancarlo Ferretto. Presente per un saluto il sindaco di Vicenza Francesco Rucco: «Non aderisco – ha specificat­o -. Ma sul territorio c’è grande richiesta di rappresent­anza di soggetti che non siano partiti».

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A Vicenza Elena Donazzan ieri al battesimo di Amo il Veneto

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