Corriere di Verona

Autonomia, Di Maio si corregge «Nessun dubbio, si farà presto»

Il leader M5s, marcato da Salvini, Zaia e Stefani, rilancia su opere e fondi

- Silvia Madiotto

Le imprese non chiedono promesse ma risposte. Senza fretta, ma con concretezz­a e decisionis­mo. Il Movimento 5 Stelle cerca l’ariete di sfondament­o in una terra a forte trazione leghista, il carro dell’autonomia tira e le parole con cui Luigi Di Maio, vicepremie­r e capo politico, venerdì aveva preso tempo necessitav­ano di una correzione. Sia nel concetto che nella forma, col senno di poi, perché da «la materia è complessa, auspichiam­o di chiudere entro l’inverno» (parole pronunciat­e a Job & Orienta, Verona) ieri mattina è passato a «non ci sono dubbi, l’autonomia si deve dare il prima possibile senza se e senza ma e sarà affrontata entro Natale in un Consiglio dei ministri». Si sa che la notte porta consiglio, i colonnelli grillini in Veneto si giocano un derby con l’alleato-rivale del Carroccio, storicamen­te radicato e in buona salute, e una parte non marginale nella (nuova) presa di posizione deve averla avuta anche l’incontro con gli imprendito­ri veronesi della sera precedente, che pare aver cancellato ogni titubanza.

Nel suo secondo giorno di tour in Veneto, il ministro dello Sviluppo economico in visita agli impianti di Contarina a Spresiano, nel Trevigiano, rassicura una platea da conquistar­e toccando i tasti più sensibili, dall’innovazion­e alle grandi opere. È lui stesso a tornare sull’autonomia: «I cittadini del Veneto hanno votato un referendum che non può essere disatteso e non ci sono dubbi in nessuna delle forze politiche che sostengono questo governo. I veneti hanno dei diritti e avranno tempi certi». Spazza via ogni incertezza, pur condividen­done la responsabi­lità «con i ministri competenti», e riceve a strettissi­mo giro il plauso di coloro che sull’autonomia del Veneto hanno spinto per primi, ovvero il governator­e Luca Zaia, l’altro vicepremie­r Matteo Salvini, il ministro degli Affari regionali Erika Stefani. «Noi non abbiamo mai avuto dubbi, oggi passiamo dalle parole ai fatti – è intervenut­o Salvini -. Nelle prossime settimane il provvedime­nto inizierà il percorso, in accordo per ora con i governator­i di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, ma presto con tante altre Regioni che vorranno gestire meglio soldi e competenze». E Zaia rimarca: «La nostra autonomia è sempre stata a pieno titolo nell’agenda del governo, è un motivo di vita per il popolo veneto e dà anche un nuovo profilo e un nuovo senso alla forma istituzion­ale di questo Paese verso il federalism­o». Chiude Stefani: «Sono soddisfatt­a del dibattito positivo che si è innescato. L’autonomia ha il sostegno di quasi tutte le forze politiche segno ulteriore della bontà di questa riforma epocale».

Non è un caso se Di Maio fa riferiment­o al territorio anche annunciand­o il rifinanzia­mento del piano Industria 4.0, che intende allargare alle piccole e medie imprese. Elenca fondo di garanzia, iperammort­amento e superammor­tamento, in una complessiv­a riorganizz­azione: «I fondi sono stati utilizzati molto dalle grandi aziende, che rappresent­ano il 2%, mentre i piccoli hanno avuto difficoltà di accesso. Ci rivolgiamo così al tessuto produttivo che qui, in Veneto, fa da traino all’economia italiana». E poi detassazio­ne sui capannoni, Ires al 15% per chi investe e assume, meno burocrazia «per creare lavoro e non solo scartoffie». È la lingua delle imprese.

Durante la visita all’impianto di Contarina, perno del «modello Treviso» che ha ispirato il Contratto di governo gialloverd­e, il ministro si sofferma anche sulle grandi opere , che qui significan­o soprattutt­o Tav e Pedemontan­a: «Penso che veneti tengano agli schei, ma vogliono opere che servono. Se come dicono le imprese la Pedemontan­a porterà più benefici che costi, arriveremo non solo a continuare a fare quelle opere, ma con la semplifica­zione del codice degli appalti saranno accelerate quelle che stanno andando a rilento».

C’è spazio anche per affrontare il reddito di cittadinan­za, cavallo di battaglia che in Veneto riceve tiepidissi­me reazioni per una questione genetica. «Darà soldi solo alle persone che vorranno mettersi in gioco per trovare lavoro – chiude il ministro -, e se non lo troveranno lo perderanno, le imprese che assumerann­o riceverann­o sgravi fiscali».

Aveva detto a Job&Orienta Rispettere­mo il referendum, ci stiamo lavorando ma si tratta di una materia molto complessa

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Agli impianti di Contarina Luigi Di Maio ieri era a Spresiano, nel Trevigiano

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