Fermato con tre bombe nell’auto
Ordigni potenti e pronti all’uso. La questura: «Non escludiamo alcuna ipotesi»
Un 54enne incensurato di Trapani ma residente a Stra, nel veneziano, è stato arrestato dalla Polizia stradale di Verona, sabato sera, per detenzione di materiale esplosivo. Inoltre gli agenti hanno trovato anche tre telecomandi per l’attivazione a distanza ed un cellulare.
Fermato in A4, direzione Venezia all’altezza di Peschiera del Garda per un controllo amministrativo non ha saputo dire chi, dove, perché. Ed è finito in manette.
«Ma io che ne so. Mi hanno solo detto di prendere questi pacchetti e caricarli in auto». Per la cronaca: i «pacchetti» erano tre bombe. Per un totale di quasi tre chili di polvere pirica (quella dei fuochi d’artificio). Confezionata professionalmente e pronta all’uso. Capaci, volendo, di sventrare un palazzo. Così S.L., un 54enne (classe ‘64) incensurato di Trapani ma residente a Stra, nel veneziano, è stato arrestato dalla Polizia stradale di Verona, sabato sera, per detenzione di materiale esplosivo. Inoltre gli agenti hanno trovato anche tre telecomandi per l’attivazione a distanza ed un cellulare.
Fermato in A4, direzione Venezia all’altezza di Peschiera per un controllo amministrativo (il tablet in dotazione alla pattuglia aveva rilevato dalla targa che non aveva pagato alcune multe) non ha saputo dire chi, dove, perché. Ed è finito in manette. I pacchi sospetti erano lì, tra i sedili. Nemmeno la fatica di perquisire la Dacia Station Wagon.
Ieri pomeriggio, prima della conferenza stampa organizzata in Questura per presentare i dettagli, e alla quale hanno partecipato alcuni artificieri ancora con gli scarponi sporchi di polvere, le tre bombe sono state fatte brillare. In una cava. Sponda Adige. Verso la Bassa.
La più grossa pesava quasi un chilo e mezzo. Le altre due 600 e 700 grammi. Per capire: una cassaforte di un bancomat viene divelta, di solito, con 180 grammi. «Non escludiamo alcuna pista - ha spiegato il dirigente della Polizia stradale Girolamo Lacquaniti - non possiamo dire con precisione per cosa fossero state confezionate. Sono artigianali, ma preparate bene, da professionisti. E soprattutto erano pronte all’uso. Con l’innesto ed i cavi pronti ad essere collegati ai telecomandi. Trovati anche quelli. Terrorismo? Rapina? Intimidazione? Seguiamo ogni pista. In macchina abbiamo anche trovato un foglio con delle indicazioni stradali scritte a mano. Uno dei dettagli che ci insospettisce è il suo essere incensurato e che l’auto utilizzata come corriere fosse “sporca”. Di solito vengono utilizzati mezzi sopra ogni sospetto».
Difficile quantificare i possibili danni. «Non è mai facile capire cosa avrebbe potuto fare uno solo di quegli ordigni spiega Roberto Drago, sovrintendente del nucleo artificieri di Verona presso la Polizia di frontiera di Villafranca - diciamo che se messa sotto un’auto o in un negozio la prima salta in aria e il secondo si sventra. Gli ordigni erano completi, pronti all’uso. Tecnicamente innescati ma non collegati. Bastava semplicemente unire i cavi ed era fatta».
L’uomo - di professione magazziniere ma ultimamente disoccupato - risulta estraneo all’ambiente dell’eversione. Non ha fatto nomi. Non ha dato destinazioni. Non ha spiegato nulla. Il sostituto procuratore Gennaro Ottaviano ne ha disposto l’arresto per la violazione dell’articolo 4 comma 895 del codice penale. Nel primo pomeriggio in una cava lungo l’Adige i tre pacchi sono stati fatti esplodere. Distrutti. Ma prima sottoposti ad un’analisi ai raggi X. Per verificare se, oltre alla polvere «flash» fossero presenti altri materiali (chiodi, o lamette, o sassi) che avrebbero potuto renderle ancora più devastanti.