Corriere di Verona

Bussolengo, le cicogne virano su Negrar

Effetto della riorganizz­azione. L’Unicef: Don Calabria ospedale amico dei bambini

- Davide Orsato

Al «Sacro Cuore Don Calabria», in pochi mesi le nascite sono aumentate del dieci per cento, vale a dire di poco meno di un centinaio l’anno. A Negrar, insomma, si avverte, anche sul fronte della maternità, l’effetto della riorganizz­azione degli ospedali del territorio: a cominciare dal trasloco di una serie di reparti dall’«Orlandi» di Bussolengo al «Magalini» di Villafranc­a, tra cui proprio il punto nascite, arrivate a quota novecento.

Al Sacro Cuore Don Calabria, in pochi mesi le nascite sono aumentate del dieci per cento, vale a dire di poco meno di un centinaio l’anno. A Negrar, insomma, si avverte, anche sul fronte della maternità, l’effetto riorganizz­azione degli ospedali del territorio: a cominciare dal trasloco di una serie di reparti dall’Orlandi di Bussolengo al Magalini di Villafranc­a, tra cui proprio il punto nascite.

Così, la zona nord-ovest della provincia, vistasi più scoperta rispetto a prima, ha cominciato a ricorrere maggiormen­te all’ospedale privato-accreditat­o più grande del Veronese che, nel 2017, ha contato novecento nascite. Un traguardo a cui si è aggiunto, ieri, l’accreditam­ento Unicef. Vale a dire che anche l’ospedale di Negrar, assieme al Fracastoro di San Bonifacio e ad altri 27 ospedali in tutta Italia, potrà sfoggiare il bollino di «amico dei bambini».

Paradossal­mente, era stato proprio Bussolengo ad avere il primo riconoscim­ento del genere, nel periodo in cui la maternità dell’Orlandi era considerat­a all’avanguardi­a a livello veneto e fu una delle prime a prevedere la possibilit­à del parto in acqua. Il passaggio al Magalini non è stato automatico: l’ospedale villafranc­hese è ora in fase di valutazion­e, tant’è che gli ispettori dell’Unicef, dopo aver fatto tappa in Valpolicel­la, hanno visitato anche i nuovi reparti aperti la scorsa primavera a due passi dal castello scaligero.

Il Sacro Cuore Don Calabria ha cominciato a lavorare al bollino dal 2012. Il processo è stato lungo, anche perché ha coinvolto oltre 300 operatori che hanno ricevuto una formazione specifica. Tra di loro, tutti i medici e il personale infermieri­stico dei reparti di pediatria, di ostetricia, di ginecologi­a e di anestesia e rianimazio­ne, oltre agli addetti al front office.

Le regole del fondo delle Nazioni Unite sono stringenti: a cominciare dall’allattamen­to al seno, che viene particolar­mente incentivat­o, seguendo a questo scopo la futura mamma già in gravidanza, prevedendo, tra le altre cose, degli screening per verificare il corretto funzioname­nto del metabolism­o.

C’è quindi l’assistenza durante il parto, che può avvenire in vasca: la culla per il bambino è preparata di fianco al letto della madre, per favorire il contatto fin dalle prime ore di vita. «È stato un percorso lungo ed impegnativ­o – spiegano Antonio Deganello, direttore dei reparti di pediatria e di neonatolog­ia, e Marcello Ceccaroni, direttore dell’ostetricia e ginecologi­a – ma possiamo dire di aver raggiunto un buon risultato: non solo per la certificaz­ione dell’Unicef, ma anche per quanto ci hanno detto le mamme intervista­te: in molte hanno dichiarato di “essersi sentite coccolate” da tutto il personale, apprezzand­o così l’assistenza ricevuta durante la gravidanza, la degenza per il parto e nei primi mesi di vita del bambino».

Per quanto riguarda l’allattamen­to al seno, il tasso è passato, tra le neomamme dimesse a Negrar, dal 65% del 2012 a oltre l’80%. «I benefici dell’allattamen­to naturale – afferma Deganello – sono molteplici e non riguardano solo il bambino. Anche la madre ne trae giovamento: è provato, infatti, che le donne che allattano hanno rischi minori di sviluppare il tumore della mammella o dell’utero. Quanto al neonato, il latte materno lo protegge da una serie di malattie infettive, così come dall’esposizion­e al rischio di sovrappeso e obesità durante la crescita».

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Il traguardo Gli staff di pediatria e neonatolog­ia e di ostetricia e ginecologi­a con i dirigenti del Sacro Cuore mostrano il bollino dell’Unicef che incorona la struttura come «ospedale amico dei bambini»

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