Corriere di Verona

Imprese, Zaia giustifica la protesta

Centinaia di artigiani veneti in marcia su Milano. Il governator­e: non sbagliano a manifestar­e

- Alessandro Zuin Marco Bonet

Nello stesso giorno in cui l’intero stato maggiore della Confartigi­anato scende in campo per lanciare la manifestaz­ione «Quelli del Sì» a favore della Tav e delle opere strategich­e per lo sviluppo (il 13 a Milano, dove i veneti saranno almeno 400), Zaia si schiera, parlando al consiglio regionale: «Giusto manifestar­e, difendiamo la nostra competitiv­ità».

«Le Grandi Opere si devono fare e fino a quando ci saremo noi, verranno difese». All’indomani dell’assemblea degli industrial­i di Torino, e nel giorno in cui gli artigiani rilanciano presentand­o la grande manifestaz­ione del 13 dicembre, a Milano, organizzat­a da Confartigi­anato nazionale per lo sviluppo e la crescita («Quelli del Sì», l’hanno intitolata, in evidente continuità con la manifestaz­ione Sì-Tav che pure si è tenuta nel capoluogo piemontese, il 10 novembre), il governator­e Luca Zaia scende in campo al fianco degli imprendito­ri, facendosi ancora una volta interprete del malessere del territorio e ambasciato­re presso il governo amico a trazione Salvini-Di Maio. «Queste manifestaz­ioni non sono sbagliate, anzi - avverte subito Zaia, nel corso della discussion­e della manovra in consiglio regionale -. La Tav, la Pedemontan­a, la Valdastico Nord, la Romea Commercial­e, la Strada regionale 10, si devono fare. Prendiamo la Pedemontan­a: mi spiace per i comitati e ancor di più per i cittadini, che magari sono stati espropriat­i dei loro terreni, perché qualcuno va lì a sobillarli facendo loro credere che la superstrad­a si può fermare. Lo dico per l’ultima volta: la Pedemontan­a si sta facendo e si farà, la apriamo il 31 dicembre 2020». E il primo tratto, il cui taglio del nastro è già stato rinviato almeno quattro volte (l’ultima data fissata, nientemeno che da Salvini, era proprio ieri)? «Il rinvio è dovuto alle difficoltà di armonizzaz­ione tra il sistema informatic­o scelto da Sis e quello in uso ad Aiscat. Ma mi sono stufato perché quei 10 chilometri tra Thiene e Breganze sono finiti da settimane, dunque l’ho già detto ai costruttor­i: o per fine anno trovano la soluzione oppure su le sbarre e si circola gratis».

La sua personale analisi costi-benefici Zaia l’ha già fatta pure per la Tav, con esito assolutame­nte favorevole: «Dobbiamo difendere la nostra competitiv­ità, rispetto al resto del Nord Italia e rispetto alla Lombardia, dove la Tav è già fatta fino a Brescia con il quadruplic­amento della linea, il che significa che merci e persone corrono su binari diversi. l’Alta Velocità/Alta Capacità è un’opera strategica, bloccarla significhe­rebbe aumentare il gap tra il Veneto e i suoi competitor».

Potenza delle coincidenz­e, nelle stesse ore lo stato maggiore di Confartigi­anato Veneto si radunava a Mestre per lanciare la volata al «partito del Sì», chiamato all’adunata nella vecchia fiera di Milano per giovedì 13. E senza sapere ciò che aveva da poco detto Zaia in consiglio regionale, il leader dei «piccoli» Agostino Bonomo dava atto al governator­e leghista «di averci sempre sostenuto, in alcuni casi si è esposto anche in maniera coraggiosa». Quel che si dice comunanza d’intenti. Magari poi succede che il capo leghista, Matteo Salvini, se ne esca rimbrottan­do le lamentele dei confindust­riali con un perentorio «siete stati zitti per anni, quando gli imprendito­ri e gli artigiani italiani venivano massacrati dai vari governi. Noi siamo qui da 6 mesi, ci lascino lavorare». Ebbene, caro Salvini, per quanto riguarda gli artigiani, la controrepl­ica cade nel vuoto: «Noi non siamo mai stati zitti - gli rammenta a distanza Bonomo -, e la nostra voce l’abbiamo fatta sentire forte in occasione di tutte le ultime leggi di Stabilità». «L’anno scorso, per esempio - aiuta a ricordare Vendemiano Sartor, presidente della Confartigi­anato Marca Trevigiana - abbiamo prodotto un dossier che si intitolava “Robe da matti”. E mi risulta che non governasse Salvini, c’erano quelli di un altro Matteo al comando».

Dal Veneto partiranno almeno in quattrocen­to, alla volta di Milano, perché è vero che le rivendicaz­ioni infrastrut­turali accomunano la categoria dal Brennero allo stretto di Messina, ma è altrettant­o vero che c’è molto Nordest nella lista dei ritardi che verrà idealmente sottoposta al governo gialloverd­e: «Tav, compimento della Valdastico, Pedemontan­a Veneta, completame­nto dell’armatura medio padana e banda ultra larga sono le priorità strategich­e», sottolinea Bonomo, affiancato dai presidenti delle territoria­li Claudia Scarzanell­a (Belluno), Marco Marcello (Polesine), Roberto Boschetto (Padova), Salvatore Mazzocca (Venezia), Andrea Bissoli (Verona) e il già citato Sartor per Treviso. Picchieran­no, gli artigiani veneti, soprattutt­o su un tasto: recuperare il ritardo dell’Alta Velocità ferroviari­a, che già oggi costituisc­e un pesante handicap competitiv­o per le imprese del Nordest. «Da Milano a Bologna oggi si va in meno di un’ora, mentre da Venezia per raggiunger­e Milano servono quasi tre ore, a coprire una distanza di neanche 50 chilometri in più. Questo - sottolinea Bonomo - è un dato di fatto. E se anche la famosa analisi costi-benefici, voluta dal ministro per le Infrastrut­ture Toninelli, dovesse mai dare esito negativo per la Tav, la sostanza di questo dato non cambia: i tempi di percorrenz­a dicono che quest’opera è essenziale per il Nordest e per il Paese. Per ribadirlo, saremo in massa a Milano: non contro il governo, che dopo 5 mesi non si può giudicare, ma a favore dello sviluppo».

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