«Il Chievo ha una nuova linfa Pellissier? Ne segnerà ancora»
L’analisi di Bruno Giordano «agganciato» dal capitano clivense a 110 gol
Giordano: «Pellissier con Di Carlo può anche gestirsi: capace di fare gol fino a maggio...»
«Penso all’assist di Birsa: se lo servi sempre così, Pellissier può ottimizzare gli scatti e viversi una seconda giovinezza». Telefonata con Bruno Giordano, centravanti di Lazio, Napoli (scudetto), Ascoli e Bologna tra il 1975 e il 1992, perché Sergio Pellissier l’ha appena agganciato a quota 110 gol in serie A. Romano, anni 62, di lui Maradona ha detto: «È il più forte italiano con cui abbia giocato». Del Chievo, Giordano dice: «L’ho visto sia contro Napoli che Lazio: dopo il mese sciagurato di Ventura, con Di Carlo ha ripreso a osare». Partiamo da Pellissier, Giordano…
«Di quei 110 gol, tantissimi se li è creati. Quello alla Lazio inizia dallo scatto in diagonale, stile ventenne, con Birsa che gliela mette da contagocce. Prerogativa di Pellissier è la velocità in profondità, devi dargliela bene e se lo fanno può segnare fino a maggio. Poi sono certo che in un’altra squadra i 39 anni li vivrebbe con meno motivazioni: invece è al Chievo, c’è questo rapporto viscerale, non è una seconda giovinezza come le altre. Il feeling con Di Carlo può anche aiutarlo a gestirsi». Parlando di assist: com’era farsi servire da Maradona? «All’inizio fu quasi un problema. Per capire Diego dovevi credere all’impossibile. Io ragionavo da “normale”, quindi se lui era triplicato sul fondo il pallone non poteva arrivarmi. Dopo due mesi mi resi conto di cosa avessi di fianco: uno che in qualsiasi momento o situazione poteva mandarmi in gol. E all’epoca il marcatore ti asfissiava: oggi abiti i famosi “spazi” e così sei libero di battezzare il difensore più scarso».
Da Birsa a Giaccherini: il peggior attacco vanta rifinitori di prim’ordine… «Birsa mi piace tanto, con tutto il rispetto per il Chievo lo vedrei nella rosa di una delle prime sei o sette squadre del campionato, se non proprio da titolare come alternativa. Idem Giaccherini. Valori aggiunti che dovrebbero permetterti un campionato tranquillo. Forse Pellissier, delle punte, è quello col vero dna da bomber». Il Chievo visto con Napoli e Lazio?
«Squadra con un’altra testa. A Napoli rischiavi la goleada, invece hai retto e ci hai pure provato. Con la Lazio, solido e propositivo. Unico neo, l’averci messo qualche minuto di troppo per capire il cambio tattico di Inzaghi a inizio ripresa».
C’è stato anche l’infortunio a Meggiorini, si può considerare determinante?
«Magari anche l’infortunio di Meggiorini non ha aiutato: perdere i suoi sprint e quel suo modo di stare vicino a Pellissier ha penalizzato la squadra». L’ultimo posto a -11 dalla salvezza è meritato?
«Fino a Di Carlo, sì. Ora vedremo. Punti d’oro, con Napoli e Lazio. Ma devi iniziare a fare qualche risultato importante, specie negli scontri diretti. Tra Parma e Spal, per dire, è già l’ora».