Corriere di Verona

Hellas, la girandola tra gli attaccanti: anche a Benevento rotazioni in vista

- Matteo Fontana

Va a Benevento, il Verona, e Fabio Grosso studia un nuovo giro di cambiament­i. La rotazione in attacco è stata, fin qui, continua. Talvolta per necessità, più spesso per scelta. Basta spulciare le formazioni gialloblù nelle ultime tre partite per avere un esempio chiaro del vortice dei cambiament­i, fermandosi al reparto avanzato. Con la Cremonese ad agire da vertice è stato Tupta, con Ragusa da un lato e Cissé dall’altro. A Brescia la legge del 4-3-3 è stata derogata per ricorrere a un 3-4-1-2 «mascherato» e all’impiego simultaneo di Pazzini e Di Carmine. Poi, nella gara col Palermo, Grosso è tornato al tridente, schierando Di Carmine al centro con Matos a destra e Lee a sinistra. Allargando la disamina all’intero campionato, emerge che solo per tre partite consecutiv­e il Verona è stato disposto sul campo con la stessa linea avanzata. È successo tra il derby di Venezia, l’incontro col Perugia e la trasferta di Ascoli. Situazioni in cui Grosso ha utilizzato Di Carmine con il supporto di Ragusa e Laribi. E se a Venezia il Verona pareggiò con parecchi rammarichi, col Perugia arrivò l’unica vittoria gialloblù negli ultimi otto turni. Ad Ascoli, al contrario, si vide un Hellas deludente e sconfitto. Di lì in poi è ricomincia­ta la girandola in attacco. In precedenza, un altro assetto era stato testato con buoni risultati da Grosso, sempre all’insegna del tridente. È accaduto alla terza e alla quinta giornata, con la parentesi del quarto turno con il successo a Crotone. Il caso parte dalla vittoria 4-1 con il Carpi ed è stato replicato 2-1 con cui il Verona ha regolato lo Spezia. Dunque: Pazzini in mezzo, sostenuto da Matos e Laribi. Con il Crotone la scelta sarebbe stata la stessa, non fosse stato per un problema fisico accusato dal Pazzo che impedì al centravant­i di partecipar­e alla trasferta dello Scida. Lo rimpiazzò Tupta, ben interpreta­ndo il ruolo, col difetto, però, di «ciccare» qualche ottima chance. Detto questo, rimane, come tratto caratteris­tico, il tourbillon di scelte, soluzioni, adattament­i attuati (non solo) nel reparto avanzato. A pesare sono stati anche i malanni che hanno bloccato Di Carmine, Matos e Ragusa, mentre Cissé ha saltato larga parte della preparazio­ne per l’infortunio in amichevole con la Fiorentina, il 18 luglio. Il viavai in attacco non ha dato frutti: 16 gol segnati (depennati i tre a tavolino per la partita di Cosenza) sono pochi per una squadra che punta alla A e che, anche per questo, è inchiodata fuori dalla zona playoff. Domenica, al Vigorito, non sorprender­ebbe di certo assistere a un nuovo cambiament­o.

L’ipotesi Pazzini al centro con Matos e Laribi il tridente scelto da Grosso con due vittorie contro il Carpi e lo Spezia

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