Il piano di Folin apre il dibattito sul futuro del centro
Si apre il dibattito sul progetto di valorizzazione presentato da Cariverona e Comune
È un progetto davvero VERONA importante, e come tale è subito oggetto di discussione.
Parliamo del «piano Folin» presentato l’altro giorno congiuntamente da Fondazione Cariverona e Comune, ovvero lo schema di valorizzazione degli immobili del centro storico della Fondazione predisposto dall’urbanista e ex rettore dello Iuav, Marino Folin.
Immediati i commenti, soprattutto sull’utilizzo dei palazzoni di Unicredit in via Garibaldi e via Rosa, a pochi metri da piazza Erbe, dove Folin vorrebbe un «city hub» con centro congressi e hotel di lusso. L’assessore comunale all’Urbanistica, Ilaria Segala, spiega che «è bello avere, adesso, un Piano di ampio respiro, inserito perfettamente nella nostra visione della Verona del futuro». Quanto alla sede Unicredit l’assessore Segala sottolinea che «un centro congressi è necessario alla città, mentre negli stessi incontri che ho avuto con gli albergatori veronesi, non pochi hanno spiegato che Verona non ha un hotel della categoria “top”, e proprio per questo motivo una fascia di possibili visitatori evita la nostra città: ed è una fascia che ovviamente potrebbe spendere molto più di altre, soggiornando in riva all’Adige. Infine – afferma Segala – penso che una struttura di alto livello come quella ipotizzata dal professor Folin potrebbe fornire anche ai clienti degli alberghi che ne sono privi servizi come la sauna, la spa e lo stesso centro congressi».
Oltre all’ex isolato Unicredit, il piano prevede anche la valorizzazione museale di Castel San Pietro e di Palazzo del Capitanio (in piazza Dante), con Palazzo Forti e il l’ex Monte di Pietà destinati rispettivamente a attività espositive e culturali e di ricerca e innovazione.
Secondo i vertici del Partito democratico, la proposta avanzata da Folin rappresenta «un ottimo punto di partenza, ma la destinazione alberghiera degli immobili in centro storico è bloccata. Occorre dunque tenere conto che una variante del genere necessita di un riordino complessivo del comparto, mentre -sempre secondo i democratici - si dovrebbe discutere dell’opportunità di creare un nuovo centro congressi, soprattutto se destinato a fare concorrenza alla Gran Guardia. Non da ultimo - concludono i consiglieri comunali e il segretario cittadino del Pd, Ugoli - è proprio necessario ammantare l’intervento di tutta quest’aurea di esclusività? Non siamo certo contrari a realizzare un albergo per super-ricchi, ma l’isolato non dovrebbe diventare un ghetto per ricchi: perché dunque non valutare l’inserimento, nello stesso contesto, anche di un ostello della gioventù?».
Critico Michele Bertucco (Sinistra in Comune) per il quale «la realizzazione di un albergo di lusso negli ex uffici Unicredit si scontra con le previsioni del Piano di assetto del territorio, che esclude la possibilità di insediare nuovi alberghi in centro storico. Di qui - sottolinea - la necessità della variante urbanistica menzionata dall’assessore Segala, alla quale chiediamo di rinunciare alla scorciatoia dello Sblocca-Italia, possibilità purtroppo fornita dal governo Renzi e con cui si taglierebbero i tempi, ma anche tutte le richieste dei residenti».