Autobus della morte, i familiari parte civile
In 17 persero la vita. Anche l’Associazione vittime dalle strada darà battaglia
(e. p.) C’è anche l’Associazione VERONA italiana familiari e vittime della strada tra le parti civili ammesse ieri dal gup Luciano Gorra nel procedimento per la strage del bus ungherese del 20 gennaio 2017. Quella notte, nel terribile incidente avvenuto sull’autostrada A4 all’altezza del casello di Verona Est, morirono 17 persone. Per la maggior parte ragazzini del liceo Szinyei Merse Pal di Budapest che stavano tornando a casa, dopo aver trascorso le vacanze di Natale sulle Alpi francesi.
Il pullman su cui viaggiavano, dopo aver sbandato e sbattuto contro le barriere, ritornò in carreggiata schiantandosi contro uno dei piloni del cavalcavia autostradale, prima di prendere fuoco. Oltre alle vittime, vi furono 29 feriti soccorsi da vigili del fuoco, 118, polizia stradale e personale dell’A4. I familiari dei ragazzi, ieri, si sono costituiti parte civile e insieme a loro anche l’associazione presieduta da Alberto Pallotti (assistita dall’avvocato Tirozzi). Il gup ha ammesso la richiesta di Pallotti, respingendo quella della presidente precedente Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, sulla base del lodo arbitrale che ha per il momento decretato Pallotti come legittimo presidente. Al banco degli imputati, accusati di omicidio colposo plurimo, oltre all’autista Janos Varga vi sono i due tecnici dell’A4 Alberto Brentegani e Giovanni Luigi Da Rios, insieme ai tre consiglieri della Commissione Anas che si era occupata del collaudo delle barriere di sicurezza, Michele De Giesi, Maria Pia Guli ed Enzo Samarelli. Si torna in aula a marzo e non è escluso che, nel caso di un accordo con la compagnia assicurativa, alcuni dei familiari delle vittime in quell’occasione possano rinunciare alla costituzione di parte civile.