Bollani improvvisa «Mi lascio guidare dal pubblico»
Domani sera il pianista e compositore in scena per la ricerca sui tumori infantili. «Inizio a suonare e poi mi lascio guidare dal pubblico»
Una serata musicale dedicata all’arte dell’improvvisazione ma anche un evento di solidarietà. Stefano Bollani sarà il protagonista assoluto del concerto di Natale di domani alle 21 al Teatro Filarmonico, organizzato da Airc per raccogliere fondi a sostegno dei migliori progetti di ricerca per la cura dei tumori pediatrici. «Il Natale, tradizionale festa dedicata ai più piccoli, va celebrato per il suo significato più alto e condiviso – dice Antonio Maria Cartolari, presidente Airc Comitato Veneto Trentino Alto Adige - . E in questo senso il concerto di Stefano Bollani per Airc rinnova l’alleanza tra musica e ricerca oncologica». «Piano solo», che da il titolo allo show, è una promessa da one man show, senza scaletta ma ricco di contaminazioni, si passerà da brano in medley, da Bach ai Beatles, da Stravinskij ai ritmi brasiliani, con improvvise incursioni nel pop o nel repertorio italiano degli anni Quaranta.
Un vero e proprio flusso di coscienza musicale, dove il riso e l’emozione si mescolano. Biglietti a partire da 35 euro
su www.geticket.it. Bollani ci anticipa qualcosa del concerto?
«Non sarà solo una sorpresa per il pubblico, ma anche per me. Non so davvero cosa succederà. “Piano solo” nasce così: io arrivo di fronte al pubblico e mi siedo al pianoforte. In base a come mi sento, inizio a suonare e poi mi lascio guidare dal pubblico». Metterà la sua arte al servizio di una nobile causa «La musica in occasioni come queste libera tutta la sua forza. Le note riescono spesso a fare più di tante parole, a portarti in posti in cui per i motivi più diversi non puoi andare. Per questo ho accettato subito l’invito di Airc che si adopera per una causa così importante».
Cosa le piace di più del suo lavoro?
«Lavoro? Suono da quando ho 6 anni e già da ragazzino pensavo “buona idea suonare, anche per fare a meno di lavorare”. Io metto le mani sul pianoforte e imbocco un percorso ogni volta diverso, tentando di restare in contatto con l’ispirazione». Da dove trae ispirazione?
«Solitamente gli artisti che parlano d’ispirazione toccano concetti molto alti, magari parlano di Dio. Io credo sia indispensabile mantenere un canale aperto. Forse avere un’ispirazione significa avere una mediazione tra passato e presente: costruire un ponte e poi passarci sopra». Progetti futuri?
«Tante cose, alcune vedranno la luce tra un anno e altre dopo ancora. Sto per registrare il “Concerto Azzurro”, come il cielo, come il chakra, come la creatività: è una composizione per pianoforte e orchestra ma anche lì non c’è una partitura fissa, si basa su un canovaccio che ogni volta si rinnova e al ‘carattere’ dell’orchestra.
Comunque ci vorrà tempo, parliamo almeno di inizio 2020». Che cosa farà nel frattempo?
«Ho una serie di concerti. E quando non sarò in viaggio, studierò, perché non si finisce mai d’imparare. Le idee vengono in viaggio, ma per concretizzarle, bisogna stare fermi».