Footgolf, veronese sul tetto del mondo
Un consulente finanziario di Legnago è stato incoronato campione a Marrakech
Stefano Grigolo è un veronese molto preciso. Tre giorni fa, a Marrakech, in Marocco, disegnava il colpo vincente alla 18esima buca diventando campione del mondo senior di Footgolf. Ieri rimetteva giacca e cravatta per il solito giro di consulenze finanziarie tra città e provincia. «Ho spiegato ai clienti che mi sarei preso una settimana di ferie. L’evento era troppo importante». Classe ’70, casa a Legnago, libero professionista con un passato nell’Hellas.
Stefano Grigolo è un veronese molto preciso. Tre giorni fa, a Marrakech, in Marocco, disegnava il colpo vincente alla 18esima buca diventando campione del mondo senior di Footgolf. Ieri, atterrato a Bergamo, rimetteva giacca e cravatta per il solito giro di consulenze finanziarie tra città e provincia. «Ho spiegato ai clienti che mi sarei preso una settimana di ferie. L’evento era troppo importante. Poi qualcuno mi ha anche fatto i complimenti via sms». Classe ’70, casa a Legnago, libero professionista e libero appassionato di calcio con un passato da regista nella Primavera dell’Hellas, Grigolo è il nuovo numero 1 tra gli over 45 del footgolf, cioè un golf che si gioca con piedi, pallone da calcio e buche da 50 cm di diametro, invenzione degli olandesi nel 2009, una federazione internazionale e il Coni che a breve dovrebbe riconoscere quella italiana. «Il pallone è regolare standard 5», precisa Grigolo. Ma la parentela col calcio finisce lì. «C’è un rigoroso codice di comportamento per cui non si urla, non si dicono parolacce, non si litiga. Zero arbitri, ognuno tiene il punteggio degli avversari. Il “dress code” impone bermuda, calzettoni al ginocchio e polo. Poi c’è la 19esima buca, come il terzo tempo nel rugby, si chiude in club-house: in due anni di footgolf ho fatto più amicizie che nel resto della mia vita». Il footgolf, a Verona, non è più una nicchia nascosta. «Quello vero – ricorda Grigolo – si gioca nei campi da golf». Tipo in città al BluVolley Sporting Club (vi è approdato quest’estate in collaborazione con l’Atletico FootGolf, una delle quattro squadre scaligere), ai club Musella di San Martino Buon Albergo (dove c’è anche il Footgolf Park, primo in Italia), Le Vigne di Villafranca e La Corradina di Legnago. A Marrakech, invece, c’erano 37 Paesi, circa 400 atleti, un centinaio nella categoria di Grigolo. «Come vivere al villaggio olimpico, facevo colazione con giocatori da Cina, Stati Uniti, Australia, tutt’Europa. In Olanda e Argentina sono “professionisti”, da noi no parte del rimborso spese ce lo pagano gli sponsor, quello veronese della Nazionale è Masiero Gomme. L’ultima di quattro giornate di gare s’è decisa in extremis con quel colpo vincente: io un punto davanti a Marcel Peeper, ex della serie A olandese anni 80 e 90». Dal calcio del resto arrivano in molti. «Io ho fatto Promozione ed Eccellenza. Nel 1988 ero nella Primavera dell’Hellas, era il Verona di Bagnoli, Caniggia, Berthold, Troglio. Oggi seguo il vivaio del Legnago. Sui campi di footgolf ho incrociato Di Canio, Baggio (Dino), Fuser, Ivano Bonetti, anche Evaristo Beccalossi, che da interista è stata un’emozione». Il bello del footgolf? «Giochi in mezzo alla natura e instauri legami sinceri». Se poi hai i piedi buoni, come Grigolo, può succederti di finire a Marrakech con una medaglia al collo e i clienti che ti scrivono dall’Italia per complimentarsi.
Numero 1 Classe ’70, di Legnago, libero professionista ed ex regista nella Primavera dell’Hellas