Contro Gaiatto più di 800 querele Truffato anche il tennista Seppi
Il campione ci ha rimesso 520mila euro. Gli indagati sono in totale 17
In carriera è riuscito a VENEZIA diventare il 18esimo giocatore più forte del mondo e agli Australian Open di tre anni fa è riuscito ad avere la meglio su Roger Federer, il mito del tennis. Ma Andreas Seppi, 32 anni, bolzanino, ha perso la partita con Fabio Gaiatto, il finto broker che secondo la procura di Pordenone era a capo di un’associazione per delinquere che in un paio d’anni ha truffato 2700 clienti, raccogliendo 72 milioni che fingeva di investire nel mercato Forex con la sua Venice Investment.
Proprio nel giorno in cui Gaiatto, 43 anni, di Portogruaro, riceveva una nuova ordinanza di arresto per estorsione con modalità mafiose, al termine di un’indagine della Dda di Trieste, il procuratore di Pordenone Raffaele Tito e il pm Monica Carraturo hanno notificato a lui e ai membri della sua banda l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Sotto inchiesta sono in 17, compresi Gaiatto e la moglie Najima Romani, e dalle 62 pagine del provvedimento emergono per la prima volta i nomi dei truffati. Tanti sono sconosciuti e hanno perso importi minori, anche se probabilmente per molti di loro era i risparmi di una vita. Ma spicca proprio il nome di Seppi, che secondo il documento aveva affidato a Gaiatto 520 mila euro, lui che in carriera ha vinto circa 9 milioni di dollari in premi. Il secondo in questa sfortunata classifica è Stefano Pesaresi con la società «Il bosco», divenuto famoso perché progettava di piantare nel Portogruarese la più grande foresta di bambù d’Europa, mentre una trentina di clienti hanno investito più di 100 mila euro. E questi sono solo quelli che hanno denunciato.
Ciò che salta all’occhio, infatti, è che a presentare una formale querela sono stati meno della metà dei truffati. Il numero di 2.700 è emerso dai file che lo stesso Gaiatto ha consegnato ai finanzieri, ma dai capi d’imputazione definitivi emerge che 823 persone hanno denunciato la truffa (per un totale di 20 milioni di euro consegnati), a cui va aggiunto il gruppo di 256 clienti che si sono affidati all’Afue (Associazione vittime delle truffe finanziarie), che hanno perso circa 2 milioni. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Gaiatto era il grande «dominus» della truffa, affiancato dalla moglie e da Claudia Trevisan, il suo braccio destro, residente a Fossalta di Portogruaro, dove era stata candidata a sindaco nel 2004: quest’ultima è accusata anche di avergli procurato 154 clienti per un totale di 2,6 milioni di euro di investimenti.
La novità tra gli indagati è rappresentata da Massimo Minighin, 42enne di Fossalta di Portogruaro, accusato di avere creato e aggiornato quotidianamente, a fronte di un pagamento di 600 mila euro, il sito internet della Venice Investment, dove i clienti potevano controllare i (falsi) guadagni. Gaiatto infatti prometteva interessi del 10% mensile. «Già questo doveva mettere in guardia gli investitori», aveva detto al momento degli arresti il procuratore Tito.
C’era poi una fitta rete di promotori che procacciava i clienti in cambio di ricche provvigioni, tutti indagati non solo per truffa, ma anche di intermediazione finanziaria abusiva: tra i veneti ci sono i veneziani Massimiliano Vignaduzzo (168 clienti, 2,8 milioni raccolti) e Flavio Nicodemo (27 clienti, 370 mila euro), il vicentino Giulio Benvenuti (140 clienti, 3,1 milioni, tra cui Seppi), i padovani Andrea Zaggia (24 clienti, 429 mila euro) e Moreno Vallerin (17 clienti, 301 mila euro), i trevigiani Daniele Saccon (14 clienti, 407 mila euro) e Massimiliano Franzin (19 clienti, 322 mila euro). Gaiatto e Marjia Rade, slovena, sono accusati anche di avere esercitato un’abusiva attività di prestiti di denaro per un totale di 11,5 milioni nei confronti di 78 clienti, ovviamente senza avere alcun titolo per farlo. Entrambi, insieme con la moglie di Gaiatto, devono pure rispondere di autoriciclaggio per avere acquistato 18 immobili, anche in Croazia, per un totale di 4 milioni di euro.