Cavalli, scommesse e tribunali «Iozzino? Giocava fortissimo»
Luce e gas, una società a Padova: le vite oltre quello che per la Dia è un paravento
Sale scommesse, RESANA (TREVISO) tantissime. Poi ippodromi, aule di giustizia e anche patrie galere. Francesco Iozzino, ricerche d’archivio e di strada confermano, aveva quelli sopra come punti cardinali. Per la Direzione distrettuale antimafia di Trieste, il 56enne campano, trapiantato nel Trevigiano da quel dì, avrebbe spalleggiato emissari dei Casalesi nel violento tentativo di recuperare 12 milioni che il clan intendeva riciclare tramite il broker veneziano Fabio Gaiatto, salvo essere beffati a propria volta dai «magheggi» del Madoff di Portogruaro. Iozzino è in carcere da due giorni, con altri sei incappati nella rete della Dda; ma chi è Francesco Salvatore Paolo Iozzino? Una domanda con tante risposte; tante quante le vite che questo napoletano di casa nostra sembra aver affastellato un sull’altra.
«Soggetto ben noto, controllato da anni» e stop. Così dicono i carabinieri di Castelfranco, cittadina che con Resana, comune dove Iozzino tiene casa e buona parte dell’ampia famiglia, è di fatto un tutt’uno urbanistico e sociale. A Padova c’è un Francesco Iozzino imprenditore. Al 73 di via Venezia ha sede la The New Energy srls.
Per la Direzione investigativa triestina, la società a responsabilità limitata per la fornitura di gas e luce (ieri, comprensibile, uffici deserti) sarebbe un paravento. Le carte sequestrate nell’inchiesta indicano come titolare Marco Villani. Castellano, 32 anni, tratti e qualche esperienza da modello di cui resta traccia in rete, il ragazzo ha cancellato il profilo Facebook e ieri non rispondeva al cellulare. Non indagato, sarebbe un mero prestanome: «So che gli piaceva il poker - dice un’amica -. É stato iscritto a Legge ma non so se abbia finito. Mai capito che lavoro facesse». Della New Energy, nata un anno fa con 2800 euro di capitale, bilancio 2017 non depositato, un dipendente, terrebbe invece le redini Iozzino. Impresa vera o copertura? Si vedrà.
«Giocava forte, anche due, tremila euro a puntata», ricorda il gestore di una sala scommesse della Castellana. Giocava? «Sì, cavalli. Qui, però, non lo vediamo da un paio d’anni. Lo conoscono tutti i gestori. Quelli che giocano così sono pochi e con loro rischi». Rischi cosa? «Di rimetterci soldi». Nel 2012, gennaio, Michele Alfano, avvocato, spedisce ai giornali una richiesta di rettifica. Alle testate che hanno scritto di Mustang Grif, del suo correre e vincere per conto l’Erario dopo esser stato sequestrato nel 2009 in quanto legato alla bancarotta fraudolenta di una società di Limena, il legale precisa: Mustang, figlio del campionissimo ferrarese Varenne e di Eva di Jesolo, è stato dissequestrato e corre per la canadese
New Blue star company «della quale è socio al 50% il signor Iozzino Francesco». Iozzino, per altro, per quella bancarotta finisce a processo, pur per un ruolo marginale (ottobre 2011).
Condanna, stavolta, a due anni e sei mesi per calunnia, a febbraio 2008. Francesco Salvatore denuncia di aver perduto assegni in realtà usati per pagare materiale edile al Gruppo Grigolin, di Nervesa: pessima sorpresa e guai per i fratelli al momento dell’incasso, ma loro sono le vittime e l’altro paga il conto. Paga anche a luglio 2015: arrestato per aver fatto parte della banda che, un anno prima, ha svaligiato casa a una facoltosa bolognese, agganciata da un presunto camorrista che poi aveva guidato la «batteria» di ladri. Cavalli, tribunali e galere...