Corriere di Verona

Conciliare affari e cultura, il rebus «Più mostre nel periodo natalizio»

L’idea di Carcereri De Prati. Giarracuni: migliorare l’estetica

- Lillo Aldegheri

Sono un successo di VERONA pubblico, ma un po’ meno di critica: i mercatini natalizi ci portano centinaia di migliaia di visitatori, ma non rischiano di creare una Verona usae-getta? Lo hanno detto decine di commercian­ti del centro, ma che ne pensano esponenti di rilievo del nostro mondo culturale?

Claudio Carcereri De Prati, presidente dell’Accademia di Agricoltur­a, Scienze e Lettere, premette che «l’arrivo di tanti turisti fa sempre bene ad una città», ma aggiunge che «in massima parte è il classico turismo mordi-e-fuggi, e sarebbe quindi necessario ed utile integrarlo con proposte più ampie. Penso – precisa Carcereri De Prati – a mostre organizzat­e in coincidenz­a co questi periodi, a musei aperti, magari anche nelle ore notturne, e a tutte quelle iniziative che potrebbero convincere chi viene per godersi l’atmosfera delle festività o per comprare un piccolo regalo, a capire che varrebbe la pena di tratteners­i a Verona per godere alcune delle moltissime altre cose che la città può offrire». Marco Giarracuni, presidente dell’Accademia di Belle Arti, sostiene che «quelle natalizie sono delle belle manifestaz­ioni, ma potrebbero essere almeno un po’ più curate e migliorate dal punto di vista estetico. Non dimentichi­amo – aggiunge - che quei banchetti sono installati tra i monumenti più belli e più amati della città». Giarracuni lancia anche una proposta concreta: «A mio parere -dice -si potrebbero ad esempio ridurre, se non proprio cancellare, i banchetti di prodotti alimentari: salsiccia e porchetta potrebbero essere venduti magari in zone meno pregiate della città, lasciando più spazio ad altri articoli in vendita, magari con una presentazi­o- ne più decorosa del banco, e quindi più rispettosa dei nostri splendidi edifici storici». Suggerimen­ti arrivano anche da don Bruno Fasani, Prefetto della Capitolare di Verona: «I mercatini – spiega – vengono concentrat­i in piccoli spazi del centro storico “sincopando­lo”, con il rischio di soffocarli e di creare quasi una città blindata. In certi giorni festivi – racconta – io stesso rinuncio a girare per le strade della città storica. E non credo che possiamo esser gratificat­i dall’arrivo di milioni di persone se poi questi paralizzan­o il nostro modo di vivere».

Don Fasani aggiunge un’altra osservazio­ne: «Da residente nella zona della Cattedrale – sottolinea – cito la splendida zona di lungadige San Giorgio, dove una vistosa giostra provoca la riprovazio­ne non solo mia ma anche di tutti i miei ospiti e non solo: è uno degli angoli più belli in assoluto della nostra città, e direi che viene quasi profanato da quell’installazi­one, oltre che da banchetti a volte davvero brutti, con nylon svolazzant­i e quant’altro. Così come – conclude – non credo piacciano a molti le luci di piazza Erbe: se solo ne trovassero di più eleganti».

 Don Fasani Il centro storico rischia di soffocare

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