Vitale e Munari, la benzina dell’Hellas
Il centrocampista: «Noi dobbiamo fare di più». L’esterno: «Un’offerta così non si rifiuta»
Sono passati quattordici VERONA anni da quando Gianni Munari si mise per la prima volta la maglia del Verona. Era precisamente l’estate 2005, l’allenatore Massimo Ficcadenti, il presidente Giambattista Pastorello.
Lui, che arrivava da una buonissima stagione con la Triestina, si ritagliò subito spazi da titolare, in un centrocampo in cui giostravano anche Sandro Mazzola, che del club gialloblù è il team manager dal 2010, e Vincenzo Italiano alla guida, dalla panchina, del Trapani. Da una settimana Munari è tornato all’Hellas, ultimo ingaggio della sessione di mercato. Nel frattempo, la sua carriera l’ha condotto a cogliere sei promozioni, cinque in A e una in B. «A Verona mi legano tanti bei ricordi — dice — del gruppo in cui giocai allora mi sono tenuto in contatto soprattutto con Adailton. Adesso, comunque, pensiamo all’oggi». Ossia, a un Hellas che si è sciolto nelle prime partite del 2019 e che vede i vertici del campionato più lontani. Munari ha saputo centrare la serie A in diverse condizioni. Di rimonta e agli spareggi, con la Sampdoria nel 2012, o da elettrizzante dominatore, come fu con il Lecce nel 2010, o con uno scatto finale, alla maniera del suo ultimo Parma. «Di questi tempi, l’anno scorso, eravamo fuori dai playoff, poi però si è visto com’è finita».
Un messaggio positivo, quello di Munari, distribuito nel giorno in cui si presenta ufficialmente, insieme all’altro acquisto dell’Hellas, Luigi Vitale. In quel Parma era stato un perno, finché ad aprile non si ruppe un crociato. Un recupero, il suo, che si è protratto per mesi. Ora, tuttavia, Munari è in forma: «Prima di venire a Verona sono riuscito a rientrare, giocando qualche minuto in campionato. Sto bene, sono pronto per essere impiegato. Già con il Crotone, domenica, se serve». Sabato, a Carpi, è rimasto in panchina e ha assistito a una prova incerta dell’Hellas. Per rincorre- re la A occorre fare molto di più: «Per la mia esperienza — dice — noto che negli ultimi anni la qualità della B è calata. In molti pensano innanzitutto alla difesa. Per una squadra come la nostra risulta difficile esprimere il proprio gioco, ma se sei stato costruito per stare con le prime devi fare di più». Sulla stessa linea Vitale, che con il Carpi, invece, è stato schierato da titolare: «Qui ci giochiamo qualcosa d’importante. Per questo ho accettato subito il Verona, rallentato solo dalla necessità per la Salernitana di individuare un sostituto. Sono stato bene là, ma un’offerta così non si rifiuta. In questo Hellas il contributo che devo dare è l’equilibrio: sono un esterno che spinge molto, ma c’è bisogno di tanta attenzione anche in copertura».