E al Cnr incontra i cervelli in protesta «Siete il nostro petrolio»
«E’ stata una giornata di apprendimento». Si è congedata così, Elisabetta Casellati, dai ricercatori del Cnr. Quelli che ieri a Padova l’hanno accompagnata nella visita ai laboratori per la ricerca sulla fusione del Consorzio RFX (riunisce lo stesso Centro nazionale Ricerche, Enea, l’Istituto nazionale di Fisica nucleare, l’Università e Acciaierie Venete) e quelli che hanno animato un sit-in di protesta. Reggendo lunghi striscioni («Laboratori Cnr fatiscenti» e «Cnr, sì alla scienza no alla fatiscenza), una quarantina di scienziati ha aspettato la presidente del Senato per consegnarle un documento riassuntivo dei problemi legati alla carenza di finanziamenti.
«Primo fra tutti le strutture — ha spiegato il portavoce Francesco Tisato — tre anni fa era stato deliberato dal cda del Cnr un nuovo edicifio(costo tra i 10 e i 12 milioni di euro, ndr), ma quest’estate ecco il dietrofront. E così dobbiamo continuare a operare in ambienti freddi d’inverno, caldi d’estate e poco sicuri. Per di più siamo costretti a usare i già pochi fondi per la ricerca, negli ultimi dieci anni impietosamente decurtati, per pagare le utenze e il materiale di cui abbiamo bisogno». La Casellati ha fatto uno strappo al rigido cerimoniale e si è diretta verso il drappello. «Non ho l’abitudine di fare promesse, ma mi informo e vi saprò dire — ha esordito —. Lasciatemi i vostri riferimenti e vedrò quello che posso fare. Non mi piace dire sì sì, voglio prima capire che aria tira, perciò ho preferito sentire direttamente da voi le ragioni del disagio». Qualche minuto prima la presidente aveva visitato il padiglione dove è in via di costruzione il primo reattore sperimentale al mondo, una sorta di «accendino» che nel 2023 sarà acceso per avviare la produzione di energia creata grazie al riscaldamento del plasma, la materia di cui è fatto il sole. E’ il progetto «Iter» (valore 20 miliardi di euro), che oltre al Consorzio RFX (160 tra ricercatori e tecnici) coinvolge Cina, Giappone, India, Corea del Sud, Russia, America e Ue e punta a creare una fonte inesauribile di energia pulita, senza scorie. «E’ davvero una struttura d’eccellenza — ha osservato Casellati—. Qui si esprime al meglio l’orgoglio italiano. Si fa ricerca, innovazione ma anche formazione, con riflessi che coprono tutti gli ambiti della cultura. Da quando ricopro il mandato di presidente del Senato sono spesso all’estero e ovunque riscontro una grande stima nei confronti degli italiani, superiore a quella che noi abbiamo di noi stessi. Ci sono eccellenze italiane in tutte le articolazioni del sapere, della scienza e della cultura». Quindi il passaggio cruciale: «Noi dobbiamo avere la consapevolezza che qui ci sono tanti, tanti talenti e dobbiamo poterceli tenere. Bisogna investire nella ricerca, nell’Università, nella cultura, che è il nostro petrolio. Noi non abbiamo materie prime, però abbiamo il nostro ingegno, quindi coltiviamolo. Dobbiamo essere orgogliosi di noi stessi».