Casellati al Bo di Padova: «Si deve investire nel sapere»
La presidente del Senato inaugura l’anno accademico. Il rettore: più posti per gli specializzandi
Un’occasione per ribadire il no al libero ingresso a Medicina, per ricordare allo Stato che senza finanziamenti alla ricerca il Paese resta fermo. Un’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa che il rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto, non ha sprecato. Il contesto è l’inaugurazione del nuovo anno accademico. La cornice è l’Aula magna di Palazzo Bo. L’ospite d’onore è la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati che proprio a Padova si è laureata e ha insegnato.
Bando ai formalismi, il rettore ha le idee molto precise. «Ci impegneremo a incrementare il numero degli studenti mettendo in campo le risorse che abbiamo a disposizione oggi – ha detto Rizzuto –. Nel caso di Medicina e Chirurgia, corso per il quale il contingente è definito dal Ministero, chiederemo un aumento del 20 per cento dei posti assegnati al nostro Ateneo. Nel contempo, consapevoli anche della carenza di medici specialisti, in collaborazione con la nostra Regione ci impegneremo per un aumento dei numeri delle scuole di specializzazione mediche, garantendo l’irrinunciabile centralità della formazione universitaria e la piena valorizzazione dell’ampia rete formativa degli ospedali veneti». Quando dal ministero della Salute è trapelata l’idea di togliere il numero chiuso a Medicina tout court, Rizzuto aveva espresso la sua preoccupazione perché a Padova sono più di tremila i giovani che tentano di entrare su 320 posti disponibili. Mancano le aule, i docenti, gli strumenti e, soprattutto, se non si aumenta anche il numero di posti disponibili alle scuole di specializzazione il rischio è di formare medici che poi restano disoccupati o vanno all’estero.
Vengono ribadite dal rettore le parole chiave del suo Ateneo: ricerca scientifica, internazionalizzazione e investimenti. «Non c’è sviluppo economico, non c’è progresso sociale, non c’è tutela della salute dei cittadini, se non sulla base delle conoscenze acquisite con la ricerca scientifica». Il rettore su un punto si concentra: gli investimenti effettuati e la necessità che il governo faccia la sua parte. «Abbiamo investito convintamente in capitale umano e infrastrutture perché siamo consapevoli che il nostro Paese ha bisogno di laureati e di innovazione scientifica e tecnologica – ha detto Rizzuto –. Ma con altrettanta chiarezza diciamo che il nostro impegno non può bastare. Perché i nostri ricercatori vincano la competizione internazionale, perché le nostre aule siano confortevoli, moderne e ospitino sempre più studenti, perché sia sempre più estesa ed efficace la collaborazione con il mondo economico, è necessario che il nostro Paese abbia finalmente un piano strategico di investimenti sulla ricerca e sull’istruzione superiore, con obiettivi chiari e finanziamenti adeguati e stabili nel tempo».