Così rinasce un lungadige dopo un’inondazione
Alla biblioteca Civica una mostra sul «costruito» e sulle trasformazioni della città nel 1935
Un archivio elettronico, con la scansione dei documenti che riguardano il costruito nel territorio di Verona e Provincia. È nell’ambito di questo progetto, raccolto sotto l’acronimo di Arcover, che è stata presentata ieri in Biblioteca Civica la mostra fotografica e documentaria sulle trasformazioni urbanistiche avvenute tra il 1935 e il 1936 sui 430 metri che dividono ponte Pietra da ponte Garibaldi.
Innalzati tra il 1882 e il 1895 i grandi argini a protezione della riva destra e parte della riva sinistra, una nuova inondazione nel 1926 che danneggiò ulteriormente le case di via Sant’Alessio, spinse l’Ufficio Tecnico del Comune a completare l’opera in molte parti interrotta.
«Un momento di radicale trasformazione – ha commentato l’assessore all’Urbanistica Ilaria Segala intervenuta insieme all’assessore alla Cultura Francesca Briani alla presentazione -. La mostra rappresenta un’occasione unica per vedere a confronto il prima e il dopo, ma non solo. Il lavoro è frutto della catalogazione effettuata con l’associazione Agile per rendere disponibile un’enorme di documentazione che permette di conoscere a fondo parti di città».
Anche perché, come ha spiegato il presidente di Agile, l’architetto Michele de Mori, molti materiali relativi al costruito sono conservati in maniera e dispersiva, in sedi diverse, che vanno dall’Archivio di Stato, a quelli del Comune, dal settore Estimo a quello dell’Urbanistica, la Biblioteca Civica o l’Istituto per la Resistenza. A oggi sono stati 14 mila i documenti scansionati, tra fotografie e planimetrie.
A raccontare attraverso le vecchie foto le trasformazioni urbane e le sorprendenti, per il tempo, tecniche costruttive, l’ingegnere Angelo Bortolazzi: le immagini ricompongono la storia di una città che da uno stretto rapporto con il fiume vede in pochi anni una cesura profonda che l’avrebbe modificata profondamente, con il cemento armato per il ponte Garibaldi e soluzioni attuali per la passeggiata come gli inserti di terra e verde. Una storia che si compie in seno al Genio Civile la cui evoluzione è stata illustrata da Roberto Mazzei, direttore dell’Archivio di Stato di Verona, partner del progetto Arcover con il Politecnico di Milano. La mostra (la prima «itinerante» per le sale della Biblioteca, come ha detto il direttore Alberto Raise) resterà visitabile fino al 9 marzo