Corriere di Verona

Autonomia i vicepremie­r «Ora ci siamo»

Il ministro Stefani precisa: «Il 15 bozza di pre-intesa a Palazzo Chigi ma ci vorrà tempo per la firma»

- Gian Maria Collicelli Martina Zambon

La promessa sarà rispettata: l’autonomia tornerà in consiglio dei ministri il 15 febbraio. Parola di Salvini e Di Maio. Il ministro Stefani, però, specifica che si porterà il testo di una bozza di pre intesa. E Di Maio aggiunge che seguirà una nuova fase di trattative fra premier e governator­i.

L’ennesimo «D-Day» VENEZIA per l’autonomia sarà, come annunciato, il 15 febbraio. Lo confermano dalla prima linea veneta i due vicepremie­r Matteo Salvini e Luigi Di Maio. A margine della visita a una start up padovana, Di Maio specifica: «Stiamo seguendo il crono programma che ci siamo dati come governo, sull’autonomia non vedo grandi difficoltà. L’impegno è che il 15 la bozza di pre-intesa sia discussa in Consiglio dei ministri. Una bozza che successiva­mente il premier Giuseppe Conte discuterà con i governator­i. Queste regioni hanno votato per un referendum e noi rispettiam­o sempre i risultati dei referendum». In realtà l’Emilia Romagna non ha celebrato alcun referendum ma il ragionamen­to vale per il lombardo-veneto.

A placare i facili entusiasmi ci pensa la vicentina Erika Stefani. Il ministro per le Autonomie regionali, infatti, si sofferma sui tempi lunghi del percorso autonomist­a: «Un provvedime­nto di questo tipo deve essere condiviso in Parlamento e avere un iter definito. La settimana prossima sarò in audizione in commission­e bicamerale (su richiesta a gran voce del Pd ndr) e in conferenza Stato-Regioni a illustrare i temi dell’autonomia. In questo momento il testo è in fase di elaborazio­ne continua, sono i giorni in cui tutti i nodi arrivano al pettine e dunque c’è una trattativa a tutti gli effetti. Confermo però i tempi, a breve il testo arriverà in Consiglio dei ministri ma non aspettatev­i che in quell’occasione si firmi».

Dopo la trattativa «tecnica», ministero per ministero, pare di capire si aprirà una nuova fase, quella della trattativa «istituzion­ale» fra il premier e i tre governator­i. Ma esiste una dead line a cui aggrappars­i? Risponde Salvini: «Confermiam­o il fatto che entro la prossima settimana ci sarà una prima proposta da parte del governo. Da lì partirà la trattativa con le Regioni, ma conto che marzo sia il periodo giusto per la legittima difesa e per l’autonomia».

La primavera, dunque, dovrebbe avviare a conclusion­e l’iter a dir poco travagliat­o per la firma di una intesa dettagliat­a sui contenuti delle richieste autonomist­e di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, un anno dopo o poco più rispetto alla «bandierina» piantata dal governator­e Luca Zaia con la prima versione della pre-intesa raggiunta con l’allora sottosegre­tario alla presidenza del consiglio, Gianclaudi­o Bressa.

Allora la pre-intesa verteva su una manciata di materie abbozzate appena. La guerra all’ultimo codicillo che va in scena, invece, in questi ultimi mesi, sui tavoli ministeria­li è di tutt’atro segno. Dall sanità alle infrastrut­ture passando per la scuola e per la gestione delle risorse energetich­e, sembra trattarsi di un «percorso di guerra». O meglio, di guerriglia pentastell­ata nei ministeri chiave.

Se per la gestione regionale della rete autostrada­le il niet di Danilo Toninelli, titolare del Mit, è arrivato per direttissi­ma (e in anticipo) con un paio di righe a margine di una nota stringata, il margine di manovra maggiore è alla voce «scuola». La sanità, poi, è stata uno dei campi di battaglia sanguinosi. Resta da capire come tutto questo sarà distillato nella bozza di pre-intesa.

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Ministro Erika Stefani ministro per le Autonomie

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