Chi pagherà quel canone? Ombre sulla convenzione che garantisce il filobus
Atv si era impegnata a pagare il canone. Ma ora cambia tutto
Nel 2010 Atv firma un’importante convenzione VERONA con Amt, l’azienda che progetta e realizza il filobus. Con quel documento, Atv si impegna a pagare ad Amt un canone annuo da 2,7 milioni di euro l’anno per 20 anni per gestire il filobus, una volta ultimato. Ma la decisione della Provincia di spezzettare in tre lotti la gara per il trasporto pubblico rischia di cambiare tutto.
Nel 2010 Atv, l’azienda VERONA veronese del trasporto pubblico, firma un’importante convenzione con Amt, l’azienda comunale chiamata a progettare e realizzare il filobus. Con quel documento, Atv si impegna a pagare ad Amt un canone annuo da 2,7 milioni di euro l’anno per 20 anni per gestire il filobus, una volta ultimato.
Adesso, proprio mentre i lavori per il filobus sono ripresi dopo anni di stallo, il destino di quella convenzione diventa tema di scottante attualità, specie dopo la decisione della Provincia di Verona di bandire una gara in più lotti - servizio urbano, servizio extraurbano e, quando ci sarà, lo stesso filobus - per la gestione del trasporto pubblico veronese.
Quando Atv si era impegnata a pagare quel canone, aveva la ragionevole certezza di gestire la totalità della rete di trasporto pubblico a Verona, con tutte le economie di scala e razionalizzazioni del caso. Adesso, invece, tutto torna in discussione: nel prossimo futuro, ci potrebbero essere non una ma ben tre aziende diverse per bus urbani, bus extraurbani e filobus.
La convenzione tutelava Atv da questo rischio, prevedendo la decadenza del documento in presenza di una gara pubblica per il filobus. Per questo, all’interno dell’azienda, c’è chi ritiene quel documento - che tra l’altro costituisce una garanzia finanziaria per la stessa realizzazione del filobus - già di fatto nullo.
Il punto doveva essere discusso nell’ambito di una assemblea dei soci di Atv, convocata per lo scorso 21 dicembre, ma andata (non a caso) deserta. Un tempo Atv era partecipata, al 50 per cento ciascuno, da Comune di Verona e Provincia di Verona. Successivamente, il Comune ha conferito le sue quote alla partecipata Amt, mentre la Provincia è riuscita a vendere alla notevole cifra di 21 milioni di euro (il doppio della base d’asta) la sua metà a Ferrovie Nord. Da una parte c’è quindi Amt, l’azienda che realizza il filobus; dall’altra c’è il colosso milanese che ha investito pesantemente su Verona con l’aspettativa di gestire tutto il bacino e non certo una sua parte, pagando a caro prezzo le quote proprio dall’ente che ora ha varato la gara «spezzatino».
Resta la questione aperta: si può considerare valida la convenzione tra Atv e Amt - e la garanzia finanziaria che ne deriva per il filobus - quando in virtù della gara in più lotti non c’è alcuna certezza che sarà Atv a gestire l’opera? E ancora: quei 2,7 milioni che Atv si era impegnata a pagare nell’ambito di una gestione unitaria del trasporto pubblico, sono una cifra sostenibile per un operatore che dovesse contare sul solo filobus?
Si tratta di punti chiave per il futuro del più grande investimento sul trasporto pubblico mai sottoscritto a Verona, oltre 140 milioni di euro per il 60 per cento pagati dallo Stato. Il presidente di Amt, Francesco Barini, ostenta sicurezza. «Non più tardi di 4-5 mesi fa, Atv ha confermato l’impegno economico previsto dalla convenzione, in presenza di una gara a lotto unico», spiega. Ma la gara a lotto unico non c’è... «Vedremo dice Barini - in ogni caso la convenzione è in piedi e valida. E se il filobus andasse a gara, siamo convinti che quella cifra resterebbe congrua, perché i percorsi del filobus sono le linee forti della città di Verona».