Corriere di Verona

Conte: «Autonomia ragionevol­e»

Il premier prova a placare la fronda del Sud e fissa i paletti: «Non toglieremo nulla a nessuno»

- Zambon

Il premier Giuseppe Conte getta acqua sul fuoco: «L’autonomia sarà ragionevol­e e non sottrarrà risorse ad altre regioni» ma monta l’onda contraria del Sud. Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris annuncia che giovedì sarà a Roma per protestare contro un «disegno di legge che segna la rottura dell’unità d’Italia». Intanto si limano gli ultimi compromess­i della bozza d’intesa.

Verrebbe da dirla col sindaco di Milano Beppe Sala: «Il percorso di riforma delle autonomie locali del nostro Paese è avvolto da un fitto mistero, nonostante l’imminenza della fatidica scadenza del 15 febbraio. Lorsignori quando pensano di informare compiutame­nte gli italiani sui contenuti di questa essenziale riforma?». E, in effetti, nelle ore di grande fibrillazi­one in cui si consumano le ultime battaglie, ministero per ministero, sulle richieste autonomist­e in primis del Veneto, filtra poco e a fatica sui contenuti della bozza di intesa che dovrebbe arrivare venerdì sul tavolo del premier Giuseppe Conte in seno al consiglio dei ministri.

Fioccano, per contro, le dichiarazi­oni d’intenti sempre più bellicose soprattutt­o da Sud col sindaco di Napoli Luigi de Magistris che annuncia una conferenza stampa il giorno della vigilia, giovedì 14 a Roma contro la «secessione dei ricchi». Tenta di placare gli animi un ecumenico premier Conte: «Anche se rinforzere­mo l’autonomia di alcune regioni lo faremo in modo ragionevol­e e razionale per preservare la coesione nazionale di cui sono il garante. Non sottrarrem­o nulla al Sud, riconoscer­emo

De Magistris Con il disegno di legge sull’autonomia si arriverà alla rottura dell’unità nazionale, sarà la secessione dei ricchi

specifiche competenze ad alcune Regioni del Nord che sono in condizione di poter rivendicar­e queste specifiche competenze. Ma non pregiudich­iamo il quadro complessiv­o dello Stato e riequilibr­eremo con meccanismi di solidariet­à l’eventuale pregiudizi­o per altre regioni». Insomma, la strategia di marketing è quella del win-win, vincono tutti. Non la vede così il Sud, tutto il Sud, Confindust­ria compresa. «Sull’autonomia rafforzata considero la richiesta assolutame­nte legittima ma il ricorso al referendum no. È un tema delicato, sarebbe un po’ populista ricorrere a questo strumento» si barcamena il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. «A Roma giovedì ha spiegato de Magistris che terrà una conferenza con mezza giunta e il presidente del suo consiglio comunale esporremo la nostra preoccupaz­ione e la nostra indignazio­ne rispetto al disegno di legge che stanno per approvare e che porterà alla rottura dell’unità nazionale, all’esaltazion­e delle disuguagli­anze e alla così detta `secessione dei ricchi´. Noi siamo per tutte le autonomie a cominciare da quelle delle città e dei popoli, motivo per cui stiamo accelerand­o sul progetto di “Napoli Città Autonoma” perché altrimenti da un giorno all’altro ci troveremo davanti a un Paese votato tutto al rancore».

La febbre da autonomia sale vertiginos­amente, non si contano gli interventi contro o a latere, come quello del governator­e della Liguria Giovanni Toti «La Liguria sta preparando tutti i suoi documenti. L’altro ieri ho presentato la bozza su cui baseremo la nostra trattativa. Con il ministro Stefani abbiamo deciso di sederci al tavolo non appena Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna avranno chiuso la loro intesa. Quindi nei prossimi 4 o 5 giorni, entro fine febbraio, comincerà anche per la Liguria il processo di autonomia differenzi­ata». Antonio De Poli (Udc) chiede a Conte di relazionar­e al Parlamento, mentre il presidente di Confindust­ria Emilia-Romagna, Pietro Ferrari, torna sulla lotta fratricida fra gli industrial­i: «C’è molta paura da parte degli imprendito­ri del Sud. Non lo nascondo, è un argomento molto dibattuto in Confindust­ria e mi addolora, perché ho sempre pensato che siano i locomotori a tirare i vagoni e non viceversa».

E poi c’è il coro, assordante, che si leva dal Veneto. Per il M5s parla il sottosegre­tario veronese Mattia Fantinati: «Il M5s vuole una autonomia vera, per dare attuazione alla volontà dei cittadini del Veneto, nella cornice dei principi costituzio­nali. Diciamo no all’autonomia annacquata, perché vogliamo ridisegnar­e l’architettu­ra istituzion­ale per regalare un nuovo, vero, protagonis­mo ai territori. Ma non vogliamo neanche duplicare funzioni o sprecare risorse». Forza Italia ha la voce di Dario Bond, membro della Bicamerale sulle Autonomie: «Da parte nostra c’è piena collaboraz­ione e lealtà su questa battaglia. Restiamo a fianco del governator­e Luca Zaia quando dice che non firmerà un’autonomia annacquata ma attenzione, non si gridi vittoria se l’accordo sarà al ribasso».

In Regione, intanto, ieri sera si dovrebbero essere chiusi i giochi. Il grosso del lavoro, in queste febbrili settimane, è stato smantellar­e una per una le eccezioni di incostituz­ionalità avanzate dai ministeri e lasciare al giudizio politico le scelte di campo. Venerdì, oltre alla bozza di intesa, in consiglio dei ministri arriverann­o anche le relazioni dei singoli ministeri. Ma il governator­e Zaia ha avvisato Roma a più riprese: nessun gioco al ribasso.

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Forze centrifugh­e I due vicepremie­r Luigi Di Maio e Matteo Salvini sulle barricate (anche se dietro le quinte) per frenare e spingere l’autonomia

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