Fontana pompiere Zaia incendiario I toni sono diversi
Da un lato il ringhio del governatore veneto Luca Zaia degli ultimi giorni «Se non sarò soddisfatto non firmerò. La bozza è scritta. ha scandito Zaia - I presupposti per chiudere ci sono tutti. Ma ci sono alcuni punti sui quali registriamo la resistenza di alcune burocrazie. Non abbiamo un termine formale ma per me resta quello politico del 15 febbraio». Dall’altra, invece, arriva, quasi incongrua, la «soddisfazione» espressa dal presidente della Lombardia che dice: «L’intesa sull’autonomia sarà soddisfacente e i tempi saranno rispettati. Ho detto anche io che se non sarò soddisfatto non firmerò ma sono convinto che l’intesa sarà soddisfacente». Poi, obtorto collo ammette che «sì alcuni temi sono ancora in forse, c’erano alcuni nodi, ma direi che sostanzialmente la cosa importante da dire è che si sta lavorando nella stessa direzione. L’impianto c’è».
Spicca la differenza di tono, le sfumature di segno opposto dei due governatori leghisti in merito a un percorso in tutto e per tutto assimilabile. Se non è una contromossa per contenere la furia veneta poco ci manca. Terza via, poi, per il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini che dice sibillino: «Qualcuno che parla molto, temo non abbia perso due minuti per leggere la nostra proposta, perché noi abbiamo a cuore l’unità della nazione e la sovranità dei territori». Ciò detto, pure Bonacini si deve accodare al collega Zaia: «Buona la collaborazione con il ministro Eika Stefani mentre con altri ministeri non è stata possibile un’interlocuzione, dato che qualche ministro non si è nemmeno presentato ai confronti». Lo dice Bonaccini per tutti, quella di alcuni ministeri è stata «una resistenza trasversale non banale» che, secondo il governatore va superata «coinvolgendo rapidamente il Governo e il Parlamento, perché bisogna evitare forzature e strappi».