«Evitato il gay pride “mascherato”» Il Bacanal contro Vittorio Di Dio: «Affermazione intollerante e odiosa»
Più che gnocchi volano stracci. E che stracci. Perché chi pensava che le polemiche sul Carnevale 2019 venissero sepolte dai 7016 voti di domenica si sbagliava di grosso. Ennesimo motivo di discussione un messaggio su Facebook dell’ex assessore - per altro alle Pari Opportunità-, consigliere comunale e attuale «coordinatore provinciale di Verona e vice coordinatore regionale del Movimento per la Sovranità Nazionale», nonché - cosa per nulla secondaria in questa diatriba - direttore relazioni esterne di VeronaFiere Vittorio di Dio. Al quale in queste ore dovrebbe risuonare quel «Un bel tacer non fu mai scritto» di Jacopo Badoer che dovrebbe far diventare il suo mantra. Il nostalgico Di Dio commentando il risultato delle votaziocandidato ni ha scritto che «Verona incorona Franz Gambale 489° Sire del Carnevale. Il primo gay pride “mascherato” può aspettare...». Per nulla velato riferimento all’orientamento sessuale dello sfidante. Parole che hanno fatto trasecolare, tra i tanti, anche il Comitato del Bacanal del Gnoco che a stretto giro di posta elettronica gli ha risposto. Le scudisciate pubbliche sono arrivate però non sulla pagina dell’organizzazione, ma su quella - collegata - del Papà del Gnoco. «Perché - spiega il presidente del Bacanal Valerio Corradi non volevamo dare troppa ribalta ad affermazioni del genere». Tant’è. Anche in «seconda», la messa alla gogna per l’ex assessore non è mancata. «La chiara allusione alla mai celata omosessualità del Sebastiano Ridolfi è la risposta degli organizzatori - rende la trivialità di una simile affermazione ancora più intollerante e odiosa. Tali parole sono incompatibili con lo spirito del Carnevale Veronese e in generale con i valori della civile convivenza...». E poi il colpo di grazia per uno, come Di Dio, che del Bacanal si era occupato quando era membro della commissione paritetica del Comune. «Il Comitato continua la dichiarazione prende le distanze da tali espressioni, che condanna e reprime in modo netto, censurando con assoluta severità la becera bassezza di simili manifestazioni. Ci si augura che il signor Di Dio voglia riflettere sulla gravità delle proprie parole. A Sebastiano Ridolfi vanno i nostri ringraziamenti per la bella campagna elettorale e per averci permesso di conoscere un uomo meraviglioso e di avere incontrato un nuovo amico». Ma mentre l’ultimo si dice «commosso» per le parole del Bacanal, il primo - vale a dire il nostalgico Di Dio - di fare ammenda non ha nessuna intenzione. E dice di essere lui il «trasecolato» per tanta veemenza. «Siamo a carnevale e questa non er altro che una battuta. Se quelli del Bacanal non sanno leggere l’ironia mi preoccupo». La replica questa volta arriva dalla pagine ufficiale del comitato. «Ci dissociamo - è scritto - da chi scrive post assurdi e soprattutto di odio che non servono a niente perché non è lo spirito del nostro carnevale». Ma Di Dio l’attacco lo sferra direttamente al presidente. «Che il Bacanal di Valerio Corradi non mi ami è cosa nota, ma arrivare a questo... Io che li ho sempre aiutati e che non ho mai detto niente di negativo, neanche quando Corradi fece quel blitz che a me non sembrò opportuno per diventare presidente...». Con Corradi che non ha voluto commentare. Schizzi di fiele sul Carnevale e non solo. Perché Di Dio ne ha anche per il consigliere comunale del Pd Federico Benini, «reo» di aver fatto notare - sempre su Facebook - «cosa scrive il responsabile relazioni esterne di una Spa che è la Fiera di Verona, di cui il Comune è socio di maggioranza relativa. Possiamo - si chiede e chiede Benini - permetterci che certe persone occupino dei ruoli così delicati?». «Il mio lavoro non c’entra niente - replica Di Dio - Benini usa il suo peso politico per fare guerra la sottoscritto che non è del Pd. Rivendico il diritto di esprimere il mio pensiero senza per questo essere attaccato personalmente...». E la cosa, per nulla ridanciana, è destinata a non fermarsi qui.