Dopo il lavoro nero anche le tasse evase Altri guai per il «caporale» marocchino
(e. p.)Non solo il caporalato che a maggio lo farà finire di fronte al gup per discutere con rito abbreviato la sua posizione. Ahmed El Alami, imprenditore marocchino di 56 anni residente nel Sambonifacese arrestato ad aprile (e ora libero con obbligo di dimora), è finito nei guai anche per la gestione della fiscalità delle sue cinque cooperative. Imprese che fornivano manodopera a basso prezzo alle aziende specializzate nell’allevamento dei polli e nell’agricoltura della Emilia Romagna per un volume d’affari stimato in oltre un milione. Nel corso delle indagini, la compagnia della guardia di finanza di Soave ha avviato una serie di verifiche amministrative sulle coop gestite dal nordafricano, accertando, per una di queste, la mancata dichiarazione di ricavi per circa 85mila relativi al biennio 2017-2018. Inoltre, è stato alla luce un mancato versamento delle imposte e delle ritenute per circa 83mila euro, oltre all’impiego di 124 lavoratori irregolari dei quali la maggior parte (122) con contratti non regolari e due totalmente «in nero». Operai, nella maggior parte dei casi nordafricani, che venivano sistemati in catapecchie fatiscenti nelle campagne e pagati poco più di 2.50 all’ora. Le indagini erano state avviate a partire dalla morte in un incidente stradale di uno dei dipendenti di El Alami.