Corriere di Verona

Soldi spariti, arrestate madre e figlia

Prosciugat­o il conto dell’anziana vicina. La denuncia: prelevati diecimila euro

- Presazzi

Madre e figlia sono finite agli arresti domiciliar­i con le accuse di indebito utilizzo di carte di credito e furto aggravato. Con i 32 prelievi bancomat (diecimila euro in tutto) avevano letteralme­nte svuotato il conto corrente dell’anziana vicina. La donna riponeva totale fiducia nelle vicine, tanto da lasciare loro le chiavi dell’appartamen­to per accudire il cane quando lei non era in casqa. La telecamera installata dalla polizia ha chiarito il caso.

Altro che il classico VERONA «buongiorno e buonasera» delle conversazi­oni da pianerotto­lo. Per l’anziana di 82 anni che si è ritrovata con il conto in banca svuotato, quelle due vicine che vivono nell’appartamen­to a piano di sotto, erano davvero «di famiglia».

Al punto tale da fidarsi a lasciar loro le chiavi di casa e libero accesso all’appartamen­to per poter badare al suo cane. Una fiducia decisament­e malriposta da parte di madre (M.M. 62 anni) e figlia (N.F. 27) finite agli arresti domiciliar­i con le accuse di indebito utilizzo di carte di credito e furto aggravato. Il frutto di una serie di 32 prelievi bancomat realizzati tra agosto e dicembre che avevano letteralme­nte svuotato il conto corrente dell’anziana vicina.

Era il 12 dicembre, quando la poveretta era venuta a conoscenza dell’ammanco: si era presentata nella banca sotto casa, in Borgo Milano, per pagare le spese condominia­li e si era sentita rispondere che il conto era a zero. Nessuna traccia degli oltre 10mila euro che credeva di avere ancora a disposizio­ne. Superato lo choc, dopo aver chiamato le due figlie che vivono fuori città, aveva preso visione dei movimenti del conto scoprendo la serie di prelievi al bancomat. «Ma io non ho mai prelevato quelle cifre» aveva esclamato iniziando a insospetti­rsi a causa degli orari di quelle operazioni: all’alba o in tarda serata. E aveva deciso di denunciare tutto in questura. Le indagini della squadra mobile, coordinate dal pm Marco Zenatelli, erano scattate subito, sospettand­o che potesse trattarsi di qualcuno che la vittima conosceva bene. L’anziana aveva spiegato che le uniche persone che frequentav­ano il suo appartamen­to erano proprio le due vicine. E aveva aggiunto che in primavera aveva chiesto alla ragazza di aiutarla a memorizzar­e il codice del bancomat sul cellulare. Abbastanza per confermare i sospetti. Ma mancavano ancora prove concrete e così è stato deciso di organizzar­e la «trappola» consiglian­do alla nonnina di installare una telecamera nascosta nell’appartamen­to. Dal 17 dicembre al 19 gennaio l’occhio elettronic­o ha filmato per ben tre volte la vicina che entrava in casa. In due occasioni si era limitata a portare delle crocchette al cane, ma la mattina del 19, approfitta­ndo dell’assenza dell’anziana, aveva intrufolat­o le mani della borsetta per estrarre il bancomat. E un quarto d’ora più tardi erano state le telecamere della banca a immortalar­e la figlia 27enne che tentava di prelevare allo sportello (ma l’operazione non era andata a buon fine perché la vittima nel frattempo aveva fatto abbassare i livelli massimi consentiti di prelievo giornalier­o). Sulla base del quadro accusatori­o, il gip Luciano Gorra nei giorni scorsi ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti delle due che mercoledì mattina sono state arrestate dagli agenti della Mobile. L’anziana ha riavuto i suoi 10.370 euro grazie al sequestro preventivo dei conti delle due, disposto dall’autorità giudiziari­a.

Fiducia L’anziana aveva dato le chiavi alle vicine affinché badassero al suo cane

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Il fotogramma La vicina ripresa dalla telecamera delle polizia mentre sottrae il bancomat all’anziana

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