Corriere di Verona

Banca svaligiata con una finta pistola Otto anni al «manager dei rapinatori»

Il colpo a Cerea nel 2011. A pesare contro Grasso una miriade di precedenti

- La. Ted.

Dovrà scontare otto VERONA anni di reclusione per il colpo in banca a Cerea del 2011 che gli era fruttato 24.300 euro. L’imputato condannato ieri per rapina dal Tribunale collegiale presieduto dal giudice Sandro Sperandio è Ignazio Giuseppe Grasso, che insieme a due complici con un’arma giocattolo aveva tenuto in scacco sei impiegati di una banca, facendosi consegnare i soldi. L’episodio è accaduto a gennaio 2011, attorno alle 16,30, alla filiale della Banca Veneta 1896 di via Mantova a Cerea. A quell’ora, pochi minuti prima della chiusura, forzando una finestra dal retro della banca entrarono tre uomini con il volto coperto. Di questi uno solo risultava armato, Grasso: con quella che sembrava una pistola funzionant­e intimò ai dipendenti di svuotare la cassaforte della banca. I rapinatori erano rimasti all’interno dell’edificio per oltre mezz’ora, tempo necessario perché si sbloccasse il meccanismo antirapina del portavalor­i. Fu un passante a chiamare i carabinier­i. I militari erano giunti proprio quando i rapinatori stavano riempiendo i borsoni con i soldi. Non appena si sono accorsero dell’arrivo dell’auto dei militari, i tre erano fuggiti sempre dal retro. A pesare contro l’imputato, al processo di ieri, ha contribuit­o la sua lunghissim­a serie di precedenti: classe 1965, Grasso è noto alle sezioni antirapina di tutta Italia come «manager dei rapinatori». Secondo carabinier­i e polizia, il catanese era «specializz­ato» nell’individuaz­ione degli obiettivi da colpire e nell’effettuazi­one dei sopralluog­hi: svolto il lavoro preparator­io, se ne tornava poi a Catania. Da lì ripartiva in auto con i complici, in varie occasioni incensurat­i, che entravano in banca e commetteva­no le rapine. Così avvenne anche a Cerea, dove i tre entrati in azione con una pistola giocattolo avevano tenuto in scacco sei impiegati della banca riuscendo ad arraffare oltre 24mila euro.

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Il presidente Il giudice Sandro Sperandio, presidente del Tribunale collegiale che ieri ha emesso la sentenza

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