Corriere di Verona

Fondo banche, c’è il primo decreto Niente modifiche dopo i rilievi Ue

Pronta la bozza su chi accederà e sui rimborsi. Osservazio­ni entro lunedì, poi il varo

- Federico Nicoletti

Fondo banche, il governo VENEZIA presenta il primo decreto attuativo per avviare gli indennizzi. Che non modifica lo schema di risarcimen­to generalizz­ato del 30% del valore d’acquisto, con tetto di centomila euro (il 95% per le obbligazio­ni subordinat­e estranee al Fondo di solidariet­à), verso tutti gli azionisti-risparmiat­ori che hanno subito un «pregiudizi­o ingiusto» «in ragione delle violazioni massive degli obblighi di informazio­ne, diligenza, correttezz­a, buona fede oggettiva e trasparenz­a». Ma non mancano i dubbi sui problemi legati alla dimostrazi­one concreta della «violazione massiva».

Di certo c’è che, alla prima verifica dei fatti, il Fondo d’indennizzo risparmiat­ori, che riguarda i soci Bpvi e Veneto Banca e delle altre quattro banche risolte, fa un o passo avanti. Secondo la linea già tracciata. «Alla faccia di chi aveva detto che sabato a Vicenza c’era stata una passerella politica», gongola Luigi Ugone, leader di «Noi che credevamo nella Bpvi», che aveva portato all’assemblea al palasport i vicepremie­r Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

Ieri al ministero dell’Economia il vertice tra i sottosegre­tari Alessio Villarosa e Massimo Bitonci e le associazio­ni

Miatello Dubbi su come si dimostrano le violazioni Arman Basteranno i documenti Consob e Bankitalia

dei risparmiat­ori. Sul tavolo le nove pagine e i dieci articoli del primo decreto attuativo, che disciplina chi ha diritto di accedere al fondo, i documenti da produrre e la formula di rimborso. Al primo decreto dovrà seguirne un secondo, entro 45 giorni, che istituirà la commission­e dei nove che valuterà le domande di risarcimen­to. Scatterann­o dalla pubblicazi­one di questo i sei mesi per presentare le domande per i rimborsi, che a questo punto, si dovrebbero vedere a settembre.

«L’incontro con i risparmiat­ori è andato molto bene», sostiene Bitonci. «Entro lunedì i risparmiat­ori ci invieranno ulteriori osservazio­ni; una volta acquisite potremo firmare il decreto», ha aggiunto Villarosa, che ha parlato di «incontro disteso, in cui la bozza ha incontrato nelle sue linee generali il favore dei presenti». Di certo il decreto ha confermato l’impianto del Fondo accolto nella Finanziari­a. Mentre le richieste di chiariment­o nella lettera del 29 gennaio giunta da Bruxelles non hanno prodotto modifiche. «Non c’è alcun blocco dell’Europa perché non c’è un atto formale. E la lettera di risposta che il governo invierà non incide sul processo», ha aggiunto Villarosa, sostenendo che non ci sono procedure formali aperte. Ma se poi arrivasse, una procedura d’infrazione blocchereb­be la legge di rimborso? No ha sostenuto deciso Villarosa.

Secondo il decreto, ammessi al risarcimen­to sono i risparmiat­ori, ovvero le persone fisiche, gli imprendito­ri individual­i, anche agricoli e i coltivator­i diretti, o i loro eredi, le organizzaz­ioni di volontaria­to e le microimpre­se sotto i 10 addetti e i 2 milioni di ricavi. Esclusi contropart­i qualificat­e e clienti profession­ali e chi abbia avuto responsabi­lità di gestione nelle banche dal 1. gennaio 2007, come membro di cda, collegi sindacali e organi di controllo e revisione, amministra­tori delegati, direttori generali e vicedirett­ori generali e «i parenti e affini di primo e secondo grado». Nella domanda, prioritari­amente per via informatic­a, si dovranno indicare tra l’altro la quantità dei titoli acquistati, data e copie degli atti d’acquisto. Le eventuali certificaz­ioni Isee sotto i 35 mila euro nel 2018, visto che queste domande saranno liquidate in via prioritari­a. E ancora se si sono già ricevuti indennizzi, come l’offerta di transazion­e delle due banche, che verranno detratte. Ancora da aggiungere, specifica la bozza di decreto, «copia di eventuale documentaz­ione bancaria o amministra­tiva (Acf o autorità di vigilanza) o giudiziale idonea a comprovare violazioni massive del Tuf che hanno causato il danno ingiusto ai risparmiat­ori».

«In positivo la bozza riammette anche chi le azioni le aveva acquistate da altre banche. Noi vogliamo iniziare. Poi ci sarà tempo per migliorare, a partire dalla rivalutazi­one per i soci di vecchia data ma anche per la battaglia per avere il 100% di rimborso», sostiene Barbara Puschiasis, dell’associazio­ne friulana Consumator­i attivi. Ma non mancano ulteriori problemi. «Chi aveva acquistato obbligazio­ni subordinat­e poi trasformat­e in azioni sarà risarcito al 30% e non al 95%. E poi c’è la mancata rivalutazi­one dei prezzi per i risparmiat­ori storici. Ci è stato detto che la Finanziari­a non lo prevede e che il decreto non può risolvere il nodo. In realtà si era usata questa soluzione con i decreti attuativi del fondo Baretta», sostiene Franco Conte del Codacons. «La domanda di accesso doveva essere semplice ma non è così. E resta il dubbio di come i risparmiat­ori, al di fuori degli aumenti di capitale 2012-’14, potranno dimostrare la violazione massiva», sostiene Patrizio Miatello dell’associazio­ne Ezzelino. Tutte voci schierate in maniera critica sulla versione del Fondo accolta in Finanziari­a. «Si tratta di risolvere alcune disarmonie nella legge - sostiene sul fronte opposto Andrea Arman, del Coordiname­nto don Torta che invece aveva ispirato la svolta -. A dimostrare la violazione massiva basteranno in generale i documenti di Consob e Bankitalia e della commission­e parlamenta­re, che fanno evitare i giudizi singoli. Si tratta di lavorarci sopra».

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Prova del nove Bitonci e Villarosa (da destra) alla riunione di ieri
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