Corriere di Verona

Il ministro si schiera con i medici: niente squilibri

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Non solo la (nuova) lettera di Zaia. Tutto il dibattito sull’autonomia, ieri, è stato incentrato sul tema della sanità, il divario Nord-Sud, i possibili rischi di nuovi squilibri. «Condivido le preoccupaz­ioni - ha detto il ministro Giulia Grillo -. C’è una Costituzio­ne da rispettare e va seguita pedissequa­mente per garantire gli equilibri del sistema, per cui devono rimanere i principi di equità. Io mi farò garante di questi principi. Non vengo dalla Svizzera - ha proseguito, ricordando le origini siciliane - e non mi devono insegnare come sia vivere in una sanità complessa come quella di una regione meridional­e». Parole che confortano Filippo Anelli, presidente della Federazion­e nazionale dei Medici, autore dei manifesti che hanno indignato Zaia: «Contiamo sul ministro, perché sappia guidare le scelte del governo in modo da garantire i principi di equità, universali­tà e solidariet­à che finora hanno contraddis­tinto il nostro sistema Salute. Le saremo vicini». Intanto il governator­e della Campania Vincenzo De Luca, che giusto ieri ha formalizza­to la sua richiesta di autonomia al ministero degli Affari regionali, lancia la sfida: «Oggi la Campania è un’eccellenza nazionale. Se qualcuno si vuole confrontar­e in qualunque sede io sono pronto. Siamo una delle prime due o tre sanità d’Italia, la Campania è pronta ad accettare la sfida dell’efficienza e del rigore amministra­tivo». Il ministro degli Affari regionali Erika Stefani, dopo aver risposto ieri ad un’interrogaz­ione alla Camera (in realtà un assist lanciatole dalla Lega per l’ennesimo chiariment­o sugli aspetti finanziari dell’intesa), oggi sarà in audizione in Commission­e bicamerale per il federalism­o. «Non è un’idea della Lega, è la Costituzio­ne che prevede che le Regioni possano chiedere fino a 23 competenze - ha ribadito una volta di più il vicepremie­r Matteo Salvini -. A guadagnarn­e sarebbe soprattutt­o il Sud. Il parlamento è sovrano e potrà dire la sua, poi si discuterà con le Regioni». Il coinvolgim­ento di Camera e Senato, a questo punto, non sembra in discussion­e. Ciò non di meno ieri alcuni costituzio­nalisti (tra cui Gianfranco Viesti, autore della petizione contro la «secessione dei ricchi») hanno avvertito: «Se non ci sarà piena emendabili­tà ogni singolo parlamenta­re potrà sollevare conflitto di attribuzio­ne tra poteri dello Stato davanti alla Consulta. Si troverà un pugno di coraggiosi pronti a difendere le proprie prerogativ­e».

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