I vigili: 1.738 pass per i disabili intestati ai defunti, riconsegnateli
C’è chi lo usa illegalmente da 10 anni. Altamura: «Linea dura, andremo sotto casa»
La tentazione è di VERONA quelle forti. Perché il tagliando azzurro sistemato in bella vista sul parabrezza equivale a un vero e proprio passepartout per chi deve spostarsi in auto in città. Libero accesso alla Ztl e alle corsie riservate agli autobus, stalli riservati, niente pedaggi per la sosta e niente «incubo» disco orario.
Garanzie che l’amministrazione comunale mette a disposizione dei disabili, in nome di quella «accessibilità» che la giunta di Palazzo Barbieri ha messo in cima al proprio mandato. Peccato che, come al solito, tra i 10.630 permessi registrati in banca dati, c’è chi se ne approfitta. Ed è per questo che Comune e polizia municipale hanno deciso di far scattare una campagna all’insegna del «pugno di ferro» per tentare di eradicare il fenomeno. Perché se è vero che multe, denunce e successive condanne hanno praticamente abbattuto il numero dei furbetti che falsificavano il permesso, è altrettanto vero che in tutta la provincia ci sono 1.738 pass intestati a persone decedute che non sono mai stati restituiti. E che vengono utilizzati ancora quotidianamente da parenti e familiari per parcheggiare o entrare in Ztl senza alcun pensiero. C’è chi lo fa da oltre 10 anni. È il Centro elaborazione dati del Comune ad aver fornito il dato (basato sull’analisi dei permessi registrati nel sistema Citypass, la banca dati dei Comuni di tutta la provincia che hanno messo in rete le proprie informazioni) che ha fatto sobbalzare sulle sedie l’assessore Daniele Polato e il comandante Luigi Altamura. «Si tratta di una questione di rispetto nei confronti di chi è meno fortunato e ha tutto il diritto ad essere aiutato - commenta Polato - Invitiamo tutti quanti a riconsegnare il pass intestato ai parenti deceduti: saremo inflessibili, sarà pugno di ferro».
E da marzo, come spiega Altamura, le pattuglie passeranno alla controffensiva con la campagna «Ritorna il pass»: «Siamo in possesso di dati e indirizzi, andremo sotto casa e per chi espone il pass che andava riconsegnato, scatterà il ritiro del permesso e la rimozione del veicolo». Oltre alla multa da 87 euro e la decurtazione di 2 punti dalla patente.
Del resto, con il sistema «Giano» in dotazione ai vigili ormai da tempo, basta inserire il numero di targa al terminale per scoprire se il permesso è in regola o meno. E in tutto il 2018 sono stati 6.016 i pass controllati in città, con 727 violazioni relative alla sosta sullo stallo riservato ai disabili senza autorizzazione. Calano in maniera drastica i denunciati per i falsi tagliandi: dai 61 del 2011 all’unico caso dello scorso anno. Ma diminuiscono anche i cosiddetti «usi indebiti» (quando il titolare del permesso non è presente a bordo): da 131 a 32. La casistica, come al solito, è assai variegata: dallo studente universitario che usa il pass del padre per parcheggiare a Veronetta e presentarsi a lezione senza pagare il parcheggio alla 60enne che utilizza il pass della madre morta l’anno prima raccontando agli agenti che l’anziana si trova dal medico. C’è poi la signora che sotto Natale utilizza il pass della madre per entrare in Ztl a fare acquisti e il giovane professionista che usa il permesso della zia, ignara di tutto.
Casi comunque in calo, come confermano anche i controlli effettuati tra dicembre e gennaio nelle aree dei due ospedali cittadini: su 89 pass controllati, nessuna denuncia, nessun permesso intestato a deceduti e solo un uso indebito. «Ma non si può tollerare questa cosa - conclude Polato -, anche perché l’utilizzo scorretto del pass distorce le nostre valutazioni sul numero di stalli da riservare per i disabili (attualmente 1576, ndr)».