Corriere di Verona

Navi, sondaggio online per il terminal Cinque anni per la nuova stazione

Porto già al lavoro per il rapporto costi-benefici dei tre progetti. Scelta entro l’estate

- Francesco Bottazzo

Basterà registrars­i sul VENEZIA sito del ministero delle Infrastrut­ture ed esprimere la propria preferenza con commento allegato. Il ministro Danilo Toninelli ha deciso di aprire la consultazi­one pubblica anche sulle grandi navi, così come ha fatto a settembre con la riforma del Codice degli appalti. Allora partecipar­ono quasi duemila persone, c’è da giurarci che per le crociere i numeri saranno superiori visto le petizioni e le manifestaz­ioni di questi anni. Sceglieran­no tra i tre progetti (alternativ­i al passaggio delle crociere davanti a San Marco) rimasti alla scrematura fatta dalla commission­e tecnica del ministero di Porta Pia d’intesa con la segreteria tecnica del ministro: il terminal a Chioggia (dove c’è oggi l’impianto Gpl), a Malamocco (sull’attuale piattaform­a per il Mose) e l’avamporto a San Niccolò alla bocca del Lido. «Alla fine noi ci siamo, eppure siamo sempre stati messi da parte forse perché il terminal costava troppo poco — spiega Stefano Boato, promotore dell’avamporto — Dal via libera, basterà un anno per realizzarl­o, al costo di 140 milioni che con una gara potrebbe scendere anche del 40 per cento». Collegato all’isola del Mose prevede quattro banchine, galleggian­ti ma fissate sul fondale, «graduale, sperimenta­le e reversibil­e» precisa Boato. I passeggeri verrebbero portati alla Marittima attraverso due motonavi mentre le forniture sfruttereb­be chiatte che passerebbe­ro nel canale dietro la Giudecca. Un aspetto questo, apertament­e contestato dalle compagnie crocierist­iche che invece auspicano un terminal con collegamen­to stradale per velocizzar­e tempi e diminuire i costi. Per questo anche la stazione a Malamocco potrebbe essere un problema, mentre sembra più semplice l’utilizzo dell’area di Chioggia dove però c’è il problema dei fondali, visto che il Mose li ha fissati a 9 metri e mezzo.

«Seppur in presenza di un unico progetto approvato si continua a cercare una quanto indefinita altra soluzione — interviene andreina Zitelli, ex membro della commission­e Via — E’ chiaro che fin non sarà trovata, il passaggio delle navi per San Marco deve essere impedito da subito e le crociere interrotte». I Comitati No Nav si riuniranno questa sera e con ogni probabilit­à sposeranno questa posizione che ribadirann­o anche nei prossimi giorni quando incontrera­nno il ministro. Sarà l’occasione per esprimere la loro posizione: l’unica alternativ­a al passaggio delle grandi navi davanti a San Marco e nel canale della Giudecca è il progetto Duferco che prevede un terminal galleggian­te alla bocca di porto del Lido e che ha già superato la valutazion­e di impatto ambientale. Prima di vedere la nuova stazione Marittima però bisognerà aspettare ancora parecchio: almeno tre anni, più facile cinque, fanno sapere dal ministero che spera di prendere una decisione entro l’estate. Per questo il sindaco Luigi Brugnaro, d’intesa con la Regione e con l’ok del Porto insiste per lo scavo del Vittorio Emanuele per far arrivare le crociere alla Marittima. Su questo però Toninelli durante l’incontro di martedì mattina con sindaco e assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti è stato chiaro: il Vittorio Emanuele non è all’ordine del giorno, prima va scelta la soluzione definitiva per portare le navi fuori dalla laguna di Venezia.

Intanto l’Autorità portuale ha già ricevuto la lettera di incarico del ministero per elaborare «la fattibilit­à tecnica economica» dei tre progetti (in sostanza il rapporto costi-benefici) prima di aprire alla consultazi­one pubblica. In mezzo ci sono c’è il pressing della base Cinque stelle («Noi vogliamo le navi fuori la laguna di Venezia», dice la senatrice Orietta Vanin) e le elezioni europee. Non a caso la consegna del dossier da parte del Porto è prevista dopo il voto.

Andreina Zitelli (Comitati) C’è un unico progetto approvato ma si continua a cercare un’altra soluzione. Finché non viene individuat­a, va impedito il passaggio delle crociere

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Giganti del mare Da tempo Venezia si interroga su come coniugare la difesa dell’ambiente, e la fragilità della città, con l’importante ritorno economico del settore croceristi­co

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