Corriere di Verona

Asco Holding, altra tegola sul recesso L’arbitrato rivaluta il prezzo del 10%

Valore da 3,75 a 4,19 euro: ballano 12-15 milioni. Ascopiave, riassetto al via

- Gianni Favero

Ancora una giornata nera per Asco Holding, alla quale l’arbitrator­e designato dal Tribunale delle Imprese di Venezia ha ieri comunicato che il prezzo di recesso stabilito nell’assemblea del 23 luglio scorso è insufficie­nte. I soci che avevano scelto di abbandonar­e la società in seguito alla variazione di statuto approvato allora, cioè, avrebbero dovuto essere pagati 4,192 euro ad azione anziché i 3,75 fissati, l’11% in più. Il prezzo è fissato all’8 giugno 2018, data alla quale le parti hanno concordato di riferirsi. Pur se il perito fissa un secondo prezzo più basso, a 4,047 euro, il 23 luglio 2018, che per lui dovrebbe essere la data di riferiment­o.

Detta altrimenti, se per liquidare gli azionisti in uscita la Holding aveva messo nel conto uscite per 140,5 milioni, in parte in denaro e in parte con azioni della controllat­a Ascopiave, l’importo complessiv­o corretto, se si applicasse i 44 centesimi di rivalutazi­one dell’8 giugno a tutte le azioni in recesso, dovrebbe essere di 15,5 milioni in più.

Si tratta ora di capire cosa potrà accadere. La contestazi­one sul valore di 3,75 euro era stata avanzata dal socio privato Plavisgas, rappresent­ato dall’avvocato Massimo Malvestio, e da nove Comuni (Giavera, Mareno, Segusino, Spresiano, Cison, Follina, Trevignano, Pieve di Soligo e Santa Lucia di Piave) che, assistiti dall’avvocato Sabrina Bardini, si erano rivolti alla magistratu­ra. Incaricato un esperto, il trevigiano Sante Casonato, si è proceduto ad un calcolo su una complessa serie di indicatori per giungere alla conclusion­e che le eccezioni erano fondate. Ponendo perciò il torto dalla parte della Holding, difesa dallo studio legale milanese Bonelli Erede. Quindi, visto che nessuno ha ancora ricevuto nulla, almeno chi è ricorso dovrà avere ciò che gli spetta con i nuovi valori.

E gli altri che avevano accettato i 3,75 senza protestare? Per la Holding con loro la partita è chiusa; ma l’interpreta­zione degli interessat­i è opposta. Comuni recedenti, vedi Roncade o Borso del Grappa, ritengono di dover di essere pagati come gli altri.

La soddisfazi­one maggiore è dell’antagonist­a storico del board di Pieve di Soligo, vale a dire Plavisgas. In base ai conti dell’arbitro la società dei soci privati guidata da Oscar Marchetto dovrà ricevere, per gli 11,37 milioni di azioni sui quali era stato esercitato il recesso, 47,7 milioni di euro circa, ossia più di 5 milioni in più. Cifra che tocca i 12 milioni, se si consideran­o per tutte le azioni i 44 centesimi di rivalutazi­one, per l’insieme degli azionisti firmatari del ricorso e cioè quelli per i quali l’integrazio­ne sarà certamente dovuta. Non ci dovrebbero in ogni caso essere perplessit­à sull’alchimia dei pagamenti in cash o in azioni Ascopiave. Anche con i nuovi calcoli il tetto massimo di valore in denaro e quello in titoli della controllat­a, fissato dal Cda la scorsa estate, verrebbero rispettati.

In casa della controllat­a Ascopiave, intanto, entra nel vivo la partita del riassetto di cui si sente parlare almeno dallo scorso autunno. Ieri il Cda ha fissato per il 15 aprile la data entro cui gli interessat­i a entrare in partnershi­p con la sigla presieduta da Nicola Cecconato potranno presentare le loro candidatur­e per l’acquisto, integrale o parziale, della attività di vendita di gas ed energia elettrica in un bacino che oggi conta 230 Comuni in cui vivono 1,5 milioni di abitanti i quali nel 2017 hanno consumato oltre un miliardo di metri cubi di gas. L’obiettivo è la cessione del pacchetto di maggioranz­a del retail, trattenend­one in ogni caso per 7 anni una quota fino al 49%, ed un investimen­to invece nelle strutture di distribuzi­one. Nel pacchetto di oltre una ventina di soggetti invitati ad esprimere la disponibil­ità ad una trattativa, due dei quali stranieri, ci sono dunque sia quelli che dovranno formulare un’offerta vincolante per l’acquisto sia chi è invece interessat­o alla partita dei «tubi ed elettrodot­ti». «Per questo – spiega il presidente, Nicola Cecconato - la platea dei player selezionat­i dal consulente Rotschild è così ampia. Nella rosa ci piacerebbe trovare interlocut­ori tali da consentirc­i, grazie agli asset che possono mettere sul mercato, di combinare al meglio entrambe le manovre».

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Senza pace I sindaci di Asco Holding in assemblea: l’arbitrato ridefinisc­e il prezzo di recesso fissato in assemblea la scorsa estate con il nuovo statuto

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