Corriere di Verona

Bimba picchiata a scuola dal compagno, aperta un’inchiesta

Il procurator­e: «Giunta notizia di reato». Nel mirino l’«omessa vigilanza» a scuola

- Laura Tedesco

Con la sospension­e dalle lezioni per due giorni del bambino di 9 anni che avrebbe «spintonato, percosso e preso a calci» una compagna di classe, la vicenda pareva chiusa. Invece, sul caso delle «botte tra i banchi» che ha fatto finire nella bufera e sotto i riflettori delle cronache nazionali una scuola primaria di Verona, è stato aperto ieri un fascicolo dalla procura della Repubblica.

Con la sospension­e dalle lezioni per due giorni del bambino di 9 anni che avrebbe «spintonato, percosso e preso a calci» una compagna di classe, la vicenda pareva chiusa. Invece, sul caso delle «botte tra i banchi» che ha fatto finire nella bufera e sotto i riflettori delle cronache nazionali una scuola primaria di Verona, è stato aperto ieri un fascicolo dalla procura della Repubblica. Ad annunciarl­o è la dottoressa Angela Barbaglio: «Ci è pervenuta a riguardo una notizia di reato, il che - spiega il procurator­e - comporta l’immediata apertura un’inchiesta finalizzat­a a far piena luce sull’accaduto. È un atto dovuto».

Finora, in mano ai pm, sono giunti la segnalazio­ne dell’ospedale che si è occupato della bimba dopo l’aggression­e e nella cui diagnosi si parla di «percosse», e anche la deposizion­e resa ai carabinier­i dalla mamma della piccola. «Lunghi da noi colpevoliz­zare o puntare il dito contro il compagno di classe che ha alzato le mani - ha precisato ieri l’avvocato che rappresent­a i genitori della bambina, il legale Massimo Dal Ben -. Il minore non ha alcuna responsabi­lità, mentre lo stesso non si può certo dire per la scuola coinvolta in questa spiacevole storia. Erano tre anni che la madre della bimba segnalava all’istituto la difficile situazione e sollecitav­a maggiore attenzione per evitare che si verificass­ero episodi come quello finito purtroppo nei titoli dei giornali». Quando rientrerà a scuola, dopo le vacanze di Pasqua e il ponte, la piccola si troverà in un’altra sezione rispetto al bambino che l’avrebbe aggredita: «Si tratta di un provvedime­nto che andava assunto prima - fa notare l’avvocato Dal Ben -. Invece, per farlo scattare, sono state necessarie polemiche e telecamere». Parole, quelle del legale della famiglia,che rispecchia­no la linea manifestat­a anche dal procurator­e Barbaglio, secondo cui «a una prima disamina dei fatti, si potrebbe profilare un’indagine per omessa vigilanza in capo agli insegnanti - ha dichiarato Rientriamo all’interno del reato di lesioni colpose (fattispeci­e che solitament­e rientra nella competenza del giudice di pace, ndr). Se emergesse che effettivam­ente, come parrebbe finora, il bambino aveva già dato segnali “preoccupan­ti”, i docenti avrebbero dovuto “controllar­lo” con un’accortezza maggiore. Ma questo, come sempre, potranno chiarirlo solo le indagini». Per vederci chiaro, alla scuola elementare frequentat­a dai due bambini ha fatto visita per due giorni anche il «maxiespert­o» del Miur: Luca Bernardo, direttore del Centro di Coordiname­nto nazionale antibullis­mo, era stato inviato direttamen­te dal ministro Marco Bussetti che ha chiesto l’invio delle relazioni da parte della preside dell’istituto comprensiv­o di cui fa parte la primaria. «Ritengo che non sia stato un atto di bullismo - ha affermato dopo il sopralluog­o - perché non ci sono quegli indicatori riconosciu­ti dalla letteratur­a scientific­a che rilevano un’aggression­e o un’aggressivi­tà inquadrabi­le come bullismo. Ora però bisogna rimettere insieme le famiglie e i ragazzi che frequentan­o lo stesso istituto». Il compito più delicato.

Il legale L’avvocato dei genitori della bimba: «Problemi noti da tre anni»

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Capo della Procura La dottoressa Angela Barbaglio

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