Bimba picchiata a scuola dal compagno, aperta un’inchiesta
Il procuratore: «Giunta notizia di reato». Nel mirino l’«omessa vigilanza» a scuola
Con la sospensione dalle lezioni per due giorni del bambino di 9 anni che avrebbe «spintonato, percosso e preso a calci» una compagna di classe, la vicenda pareva chiusa. Invece, sul caso delle «botte tra i banchi» che ha fatto finire nella bufera e sotto i riflettori delle cronache nazionali una scuola primaria di Verona, è stato aperto ieri un fascicolo dalla procura della Repubblica.
Con la sospensione dalle lezioni per due giorni del bambino di 9 anni che avrebbe «spintonato, percosso e preso a calci» una compagna di classe, la vicenda pareva chiusa. Invece, sul caso delle «botte tra i banchi» che ha fatto finire nella bufera e sotto i riflettori delle cronache nazionali una scuola primaria di Verona, è stato aperto ieri un fascicolo dalla procura della Repubblica. Ad annunciarlo è la dottoressa Angela Barbaglio: «Ci è pervenuta a riguardo una notizia di reato, il che - spiega il procuratore - comporta l’immediata apertura un’inchiesta finalizzata a far piena luce sull’accaduto. È un atto dovuto».
Finora, in mano ai pm, sono giunti la segnalazione dell’ospedale che si è occupato della bimba dopo l’aggressione e nella cui diagnosi si parla di «percosse», e anche la deposizione resa ai carabinieri dalla mamma della piccola. «Lunghi da noi colpevolizzare o puntare il dito contro il compagno di classe che ha alzato le mani - ha precisato ieri l’avvocato che rappresenta i genitori della bambina, il legale Massimo Dal Ben -. Il minore non ha alcuna responsabilità, mentre lo stesso non si può certo dire per la scuola coinvolta in questa spiacevole storia. Erano tre anni che la madre della bimba segnalava all’istituto la difficile situazione e sollecitava maggiore attenzione per evitare che si verificassero episodi come quello finito purtroppo nei titoli dei giornali». Quando rientrerà a scuola, dopo le vacanze di Pasqua e il ponte, la piccola si troverà in un’altra sezione rispetto al bambino che l’avrebbe aggredita: «Si tratta di un provvedimento che andava assunto prima - fa notare l’avvocato Dal Ben -. Invece, per farlo scattare, sono state necessarie polemiche e telecamere». Parole, quelle del legale della famiglia,che rispecchiano la linea manifestata anche dal procuratore Barbaglio, secondo cui «a una prima disamina dei fatti, si potrebbe profilare un’indagine per omessa vigilanza in capo agli insegnanti - ha dichiarato Rientriamo all’interno del reato di lesioni colpose (fattispecie che solitamente rientra nella competenza del giudice di pace, ndr). Se emergesse che effettivamente, come parrebbe finora, il bambino aveva già dato segnali “preoccupanti”, i docenti avrebbero dovuto “controllarlo” con un’accortezza maggiore. Ma questo, come sempre, potranno chiarirlo solo le indagini». Per vederci chiaro, alla scuola elementare frequentata dai due bambini ha fatto visita per due giorni anche il «maxiesperto» del Miur: Luca Bernardo, direttore del Centro di Coordinamento nazionale antibullismo, era stato inviato direttamente dal ministro Marco Bussetti che ha chiesto l’invio delle relazioni da parte della preside dell’istituto comprensivo di cui fa parte la primaria. «Ritengo che non sia stato un atto di bullismo - ha affermato dopo il sopralluogo - perché non ci sono quegli indicatori riconosciuti dalla letteratura scientifica che rilevano un’aggressione o un’aggressività inquadrabile come bullismo. Ora però bisogna rimettere insieme le famiglie e i ragazzi che frequentano lo stesso istituto». Il compito più delicato.
Il legale L’avvocato dei genitori della bimba: «Problemi noti da tre anni»