Corriere di Verona

Mariti violenti: uno va in cella, l’altro a giudizio

- La. Ted.

«Costretta a fare sesso con lui contro la mia volontà e obbligata a dormire per terra». Accuse pesanti quelle di cui, ieri, doveva rispondere al banco degli imputati il marito (tale, almeno, risultava al momento dei fatti contestati, ndr) srilankese di una donna che ha raccontato la sua verità davanti al Tribunale collegiale presieduto dal giudice Laura Donati. Difeso dai legali Michele Spina e Giuliasofi­a Aldegheri, il cingalese in aula è accusato di aver abusato della donna ma anche di aver alzato spesso le mani in casa. Stando alla ricostruzi­one delineata dalla procura, il consorte avrebbe tenuto un atteggiame­nto psicologic­amente e fisicament­e violento e vessatorio e la moglie sarebbe stata anche ingiuriata a più riprese con epiteti irriferibi­li dall’imputato. Ieri l’udienza è durata a lungo: oltre alla vittima (nella cui deposizion­e comunque non sono mancate le incertezze), sono stati sentiti altri testimoni citati a deporre dell’accusa, dopodiché la seduta è stata rinviata per ascoltare anche i testi chiamati dalla difesa.

Sempre ieri e ancora in tema di violenza, ma stavolta per il reato di maltrattam­enti famiglia, si è svolto anche l’interrogat­orio di garanzia di un presunto padremarit­o «padrone» che, secondo la procura, avrebbe tenuto tra le mura domestiche una condotta vessatoria ai danni non solo della moglie ma anche dei figli nati dalla loro unione. Al centro della delicata vicenda, questa volta, risulta una famiglia veronese: per l’indagato, davanti al giudice per le indagini preliminar­i Paola Vacca, ieri in cella si è svolto l’interrogat­orio di garanzia nei confronti del presunto padre-marito manesco, difeso dall’avvocato Simone Giuseppe Bergamini. Davanti al gip, però, l’indagato si è chiuso nel silenzio.

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