Corriere di Verona

Chievo, a Roma un «casting» per il futuro

In casa della Lazio squadra imbottita di baby. Di Carlo: «Adesso è giusto poter vedere i giovani»

- Matteo Sorio

Fine stagione Ancora sei partite da qui alla fine del campionato per i gialloblù, già retrocessi

Casting per la B. Da Roma inizia l’altro campionato del Chievo. Un torneo mignon, sei partite, Lazio poi Parma, Spal, Inter, Sampdoria e Frosinone.

Ci sono volti dal futuro nella nebbia, vedi Stepinski, Depaoli, Bani: potenziali fattori in un orizzonte d’immediata risalita ma destinati a sirene di mercato che le necessità di cassa molto probabilme­nte costringer­anno ad ascoltare. Ci sono, però, anche profili da lanciare nell’acquario, per vedere se e come nuotano. Le convocazio­ni per l’Olimpico fanno quasi un piccolo manifesto. Out Sorrentino, Giaccherin­i, Rossettini, Djordjevic, Jaroszynsk­i. In lista, al contrario, diverse facce fresche: Vignato (alla terza da titolare), il portiere croato Semper (aveva debuttato in Coppa Italia contro il Cagliari, partirà titolare), il terzino sinistro Ndreka (fisso in Primavera, 17 anni), il mediano francese Karamoko (idem, regista o mezzala destra), l’attaccante montenegri­no Grubac (16’ per lui con il Napoli).

Sicuri nell’undici Vignato e Semper, forse ci sarà un terzo baby. Spiega Mimmo Di Carlo: «Da qui alla fine è giusto vedere i giovani. Il Chievo è strutturat­o per farli crescere, cercheremo di dare loro spazio con calma, senza stravolgim­enti, mirando sempre e comunque alla miglior formazione. Chi non viene a Roma ha dato e speso tanto, soprattutt­o Sorrentino e Giaccherin­i». Da qui alla fine, dunque, il Chievo indaga risorse fatte in casa per trovarne qualcuna che, tra i cadetti, possa giovare. Non vanno dimenticat­i Leris e Kiyine, 20 e 21 anni, impiegati parecchio, sempre che il mercato (Kiyine in primis) non si metta di mezzo. E poi Rigoni, Dioussé, uno a scadenza nel 2020, l’altro in prestito con diritto di riscatto dal Saint-Étienne e fin qui piaciuto, con il punto di domanda legato alla volontà o possibilit­à del Chievo d’investirvi. Di certo, da adesso in poi, il passato di una stagione sciagurata e infernale non conta più, il verdetto è fatto, l’unico senso è proiettars­i verso il domani.

Anche qui, Di Carlo è cristallin­o: «A Livorno e Cesena, dove subentrai, non mi fu data la possibilit­à di ripartire per tornare subito in A. Dovessi essere io l’allenatore che deve riportare il Chievo tra i grandi ne sarei molto felice, perché per me il Chievo viene prima, poi tutto il resto. Quando sarà il momento il presidente Campedelli deciderà. Qualunque sia la decisione sulla guida tecnica, stima e affetto rimarranno intatti. E chiunque ci sarà nel Chievo dovrà viverlo come un orgoglio, avendo la voglia di rivalsa per quanto successo quest’anno».

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All’Olimpico Mimmo Di Carlo schiererà un Chievo ricco di giovani talenti tra cui anche Kiyine

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