Corriere di Verona

San Paolo eremita incorona Pillan re dei madonnari

Il successo alla «Fiera delle Grazie» nel Mantovano: 150 sfidanti

- Peluso

È rimasto a capo chino a dipingere la sua opera per sedici ore di fila. Quando l’ha alzato, è stato proclamato vincitore del 47esimo concorso riservato ai maestri madonnari durante l’antica Fiera delle Grazie, a Curtatone, in provincia di Mantova. Il primo classifica­to (su 150 artisti provenient­i da tutto il mondo) è Federico Pillan, 52enne di Monteforte d’Alpone, che ha fatto dell’arte la sua vita. «Non è sempre stato così — confessa Pillan — la pittura per me è sempre stata una passione, ma che praticavo quasi di nascosto. Lavoravo nell’azienda di famiglia, specializz­ata nel commercio di profumi, quando a un certo punto ho deciso di cambiare vita». Nel 1998 si diploma all’Accademia di Belle Arti a Venezia e nel 1999 decide di fare della pittura il suo unico lavoro. «Quando ero in azienda, non ero felice — continua — Sono stato tre mesi in Sudamerica e ho capito che era solo la paura a farmi rinunciare al mio sogno». Una volta tornato in Italia, dà le dimissioni ed inizia la sua gavetta da artista, oggi ripagata dal podio con l’opera “San Paolo di Tebe, il primo eremita”, in cui si nota un’incredibil­e somiglianz­a con l’autore stesso. «Il volto di San Paolo è il mio — confessa Pillan, prima di entrare nel dettaglio di un’ispirazion­e ben più articolata del solo autoritrat­to —. Quattro anni fa, lessi sul giornale di Gianfry, (al secolo Gianfranco Bonaldo) un uomo che aveva lasciato tutto per andare a vivere da solo, a contatto con la natura della Val Grande. Credo che ci voglia una serenità immensa per restare da soli con se stessi. Un po’ come succede agli artisti, che restano da soli con colori e pensieri. Io capisco Gianfry. Ecco perché, già nel 2012, lo dipinsi a olio col mio volto». Ed è a lui che ha pensato, quando è stato chiamato per la competizio­ne dello scorso 15 agosto. «Essendo una competizio­ne a tema religioso, ho cambiato il titolo Gianfry in quello di San Paolo». Come una licenza poetica, il volto di Pillan ha prestato i lineamenti a Gianfry, il quale a sua volta è diventato, per traslitter­azione, il ritratto del santo. «Pare siano stati dei crociati i primi madonnari, per racimolare i soldi per tornare a Venezia da Creta. Per secoli i madonnari sono stati ai limiti dell’accattonag­gio, ma negli ultimi trent’anni è cambiato tutto. La qualità dei dipinti, dei materiali e la mano degli artisti». Se la maggior parte dei madonnari segue la quadrettat­ura, scomponend­o il disegno in trenta quadrettin­i su cui lavorare con precisione chirurgica, Pillan invece va a mano libera

. «Poco prima del concorso di Grazie, gli organizzat­ori mi hanno detto che una piazzola era rimasta vacante, quindi mi hanno chiesto di occupare uno spazio doppio, di tre metri per cinque. Sono vent’anni che partecipo a questa manifestaz­ione, quindi sanno che sono piuttosto veloce e che sarei riuscito a stare nei tempi. Viste le dimensioni dell’opera, però, ho lavorato in piedi su una sedia e coi gessetti attaccati a un bastone». Sul podio con lui, al terzo posto, è salita anche la moglie Michela Bogoni, dopo il secondo classifica­to Mino Di Summa.

La dedica L’opera è ispirata a «Gianfry», Gianfranco Bonaldo, silenzioso anacoreta della Val Grande

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Gessetti Federico Pillan 52 anni sopra alla sua opera

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