Fortificazioni, porte aperte Via all’operazione rilancio
Le prime proposte arrivate in Comune
Le prime proposte di «adozione» sono già arrivate: otto per sei forti. Tutte da parte di associazioni e privati per permetterne la valorizzazione.
Le prime proposte di «adozione» sono già arrivate: otto per sei forti. Tutte da parte di associazioni e privati per permettere il riuso sostenibile e la valorizzazione di un patrimonio storico e culturale che giace, in molti casi in abbandono. Una situazione quasi inevitabile visto che molte strutture asburgiche si trovano ai margini della città, e sono inaccessibili anche per ragioni di sicurezza. Una condizione che rimane tale nonostante i tentativi di farlo conoscere ai grandi pubblico con eventi culturali (come la Muralonga organizzata da Legambiente).
L’invito da parte del Comune era arrivato in primavera. Per partecipare al bando, c’è tempo ancora un mese abbondante: la scadenza è il 30 settembre. Le due strutture «più in vista» sulle Torricelle, Forte Sofia e Castel San Felice (quest’ultimo più nascosto dalla vegetazione) hanno già ricevuto una doppia proposta, così come Forte Chievo. Si è fatta avanti un’associazione, inoltre per Forte Preara (il Werk John degli austriaci, sopra Montorio) e per Forte Lugagnano. Ancora in attesa Forte Santa Caterina, teatro per i cinema all’aperto estivi (ma una parte dell’area è off limits), Forte Gisella alla Madonna di Dossobuono, Forte San Procolo fuori San Zeno, Forte San Mattia e la prima Torre Massimiliana. Le proposte si raccolgono sull’apposita pagina «Verona Fortificata» realizzata sul sito del Comune.
Sono tutte strutture che fanno parte del sistema fortificato cittadino, lo stesso che vent’anni fa si rivelò fondamentale per l’assegnazione del titolo Unesco di «Patrimonio dell’Umanità» a Verona. Paradossalmente, però, tutti questi forti sono fuori dall’area «rossa» di tutela, sia dalla «buffer zone», la zona di controllo «blu». L’assessore Francesca Toffali, che ha la delega per i rapporti con l’Unesco, aveva annunciato la scorsa settimana l’intenzione di ampliare la «zona blu» almeno alle Torricelle. «Per il ventennale — aggiunge ora — stiamo organizzando una serie di mostre e convegni con visite guidate sulla cinta muraria, in modo da promuovere percorsi “non convenzionali” alla scoperta della città».
Nel frattempo, sarà lotta senza quartiere all’abusivismo. Il piano del Comune è quello di confrontare il catasto attuale con quello napoleonico per scoprire ogni aggiunta, anche quella più remota alle mura e fortificazioni.
«C’è chi ha realizzato un garage accanto alle fortificazioni
8 Le proposte già arrivate al Comune per la valorizzazione dei sei forti, ta cui Castel San Felice
— prosegue Toffali — non sono cose che possiamo più tollerare. Interverremo anche sui cancelli e altri sistemi di chiusura che sbarrano l’accesso».
Il progetto potrebbe essere anche una buona carta da giocare in vista della candidatura di Verona a capitale italiana della Cultura del 2021. «Il bando tuttavia è in gran ritardo — nota Ilaria Segala, assessore all’Urbanistica — in ogni caso, molte strutture, come la Torre Massimiliana che Castello San Felice sono edifici che i veronesi probabilmente non hanno mai visto. Quella offerta da Verona Fortificata, quindi, sarà un’occasione pressoché unica per scoprirli, vederli e conoscerne la storia. Affinché tornino a vivere, però, è necessario che questi luoghi e gli altri forti, che sono parte della nostra memoria storica, abbiano una destinazione e una finalità definita. Per questo, invito chi fosse interessato ad avanzare le proprie proposte: siamo aperti alle nuove progettualità, le valuteremo per provare a mettere in rete questo nostro straordinario patrimonio architettonico, storico e turistico».
A settembre torneranno anche le visite straordinarie in queste location. Il primo e 14 settembre, appuntamento alla Torre Massimiliana, il 21 a Castel San Felice. In corso di definizione anche una data per Forte Procolo, preso d’assalto a marzo.
«Un ringraziamento doveroso — è il commento del vicesindaco Luca Zanotto — va ai volontari e le associazioni a rendere possibili queste visite. La loro passione e il loro impegno rappresentano un fondamentale contributo per la tutela di questi luoghi».