Padre e figlio uniti dall’etilometro
Va ubriaco a prendere il trentenne positivo all’alcoltest. La moglie li porta a casa
La Stradale lo ferma e gli sequestra l’auto perché è ubriaco. Il padre lo va a recuperare ma a sua volta, controllato, risulta in stato di ebbrezza e gli viene ritirata la patente con tanto di denuncia. È accaduto durante i servizi di contrasto alla guida in stato di ebbrezza, protagonisti un 36enne e il padre. L’uomo ha chiamato casa per poter rientrare tornare ed evitare che la sua auto venisse rimossa dalla Provinciale 11 che percorreva al momento del controllo.
Ha dell’incredibile. Ma è tutto vero, e non è un titolo del Vernacoliere. Padre e figlio fanno il pieno, e non di benzina. Serata da gomito alzato per entrambi, quella dei 13 agosto. Pagata però a caro prezzo. Riassumiamo il misfatto: sulla Provinciale 11 la Polizia stradale di Verona ha fermato un trentaseienne al volante per un test di routine all’etilometro. Risultato positivo, per poter rientrare a casa evitando che la vettura gli venisse rimossa, l’uomo ha pensato di chiamare i genitori.
Buona idea, in teoria; decisamente meno nella pratica. I genitori sono arrivati in una decina di minuti: il padre, pur sapendo di essere atteso dalla Stradale per l’affidamento dell’auto del figlio, si è presentato alla guida della sua macchina in visibile stato di ebrezza. Sottoposto al controllo, è risultato positivo all’etilometro con un valore quasi doppio rispetto al consentito.
Mica lieve, la sbornia. Risultato: come pochi minuti prima il figlio, l’uomo è stato denunciato dagli operatori della Polizia Stradale che hanno provveduto altresì al ritiro della patente. Al peggio non c’è fine, ed in tutta evidenza nemmeno ai bicchieri ingurgitati.
Doppietta nel giro di una decina di minuti. Roba da fuoriclasse assoluti. Già, ma che fare? A questo punto le ultime speranze di poter rientrare a casa in automobile, una Volkswagen Golf, ricadevano tutte sulla madre: test anche per lei all’etilometro. Attimi di palpitante suspense in attesa del fatidico verdetto: la donna era l’unica a risultare sobria. Evviva la mamma: tutti a casa grazie alla santa donna. Come dire, le donne di una volta ci sono ancora. Buona novella. Magari una volta a casa, avrà preso marito e figlio a scudisciate col battipanni. Punizione esemplare chissà, ma intanto a casa ce li ha portati lei. Al di là dell’aspetto comico della vicenda, quello della guida in stato di ebbrezza rimane un problema di stretta (e spesso purtroppo drammatica) attualità sulle strade italiane. «Il problema principale per la sicurezza stradale è la mancanza di consapevolezza da parte dei cittadini dei rischi che derivano dal fatto di guidare dopo aver bevuto o usando il cellulare. Troppi sono convinti che qualche bicchiere non incida sulle loro capacità e lo dimostra il fatto che, pur sapendo di essere atteso dalla Polizia Stradale, il sessantatreenne denunciato, si è presentato alla guida con un tasso alcolemico di quasi 1, quando il limite massimo è pari a 0,5», ha commentato il dirigente della Polizia stradale scaligera, Girolamo Lacquaniti. E come dargli torto. Se questo è l’insegnamento che i padri danno ai figli, di strada da fare ce n’è ancora. E pure molta.