Corsa a Quota 100 E il Comune si «svuota»
Lasciano anche alcuni dirigenti chiave di Palazzo Barbieri, tra cui il responsabile del restauro dell’Arena
Quota 100 svuota Palazzo Barbieri e rischia di creare problemi seri al buon funzionamento della macchina comunale, anche (e forse soprattutto) ai suoi vertici. L’assessore al Personale, Stefano Bertacco, assicura che si sta già correndo ai ripari con nuovi concorsi.
Quota 100 svuota Palazzo Barbieri e rischia di creare problemi seri al buon funzionamento della macchina comunale, anche (e forse soprattutto) ai suoi vertici.
La legge, com’è noto, consente di andare in pensione a chi raggiunge i 62 anni d’età con 38 anni di contributi versati. Nel Comune di Verona si calcola che ne usufruiranno circa 200 dipendenti entro il 2021, anche se la partenza è stata abbastanza lenta (36 uscite nel corso di quest’anno e finora 20 domande presentate per il 2020).
L’assessore al Personale, Stefano Bertacco, assicura che si sta già correndo ai ripari con nuovi concorsi «già banditi – spiega – per nuovi vigili urbani, per educatrici degli asili nido e per assistenti sociali, mentre a settembre sarà lanciato quello per dipendenti di categoria B». Uno dei problemi è il blocco esistente per nuove assunzioni, in vigore fino al 30 novembre, ma l’assessore spiega che «i tempi di svolgimento dei bandi per nuove assunzioni ci porteranno comunque oltre quella data».
Ad impensierire, però, c’è anche il pensionamento, legato proprio alla normativa sulla Quota 100, di diversi dirigenti comunali di spicco, alcuni dei quali sono delle autentiche «colonne» dell’attività municipale. Se ne andrà in autunno, ad esempio, il dottor Marco Borghesi, autentico «mago» dei bilanci, che ogni anno ha avuto finora il non facile compito di far quadrare le richieste di stanziamenti in arrivo dal mondo politico (ossia dagli assessorati) con le cifre nude e crude dei soldi a disposizione, che soprattutto negli ultimi tempi sono state sempre più esigue. Se n’è invece già andato, dal primo agosto (pure lui con Quota 100) l’ingegner Sergio Menon, dirigente dell’Edilizia Monumentale (settore ovviamente di primo piano per la nostra città) e responsabile, tra le altre cose, del gigantesco progetto di restauro dell’Arena di Verona, finanziato con 14 milioni di euro da Unicredit e da Fondazione Cariverona. Se ne andrà poi entro fine anno l’ingegner Giorgio Zanoni, noto anche ben al di fuori del Palazzo per aver seguito direttamente le alterne vicende di alcune delle opere più importanti e discusse delle varie amministrazioni succedutesi negli anni Duemila, dalla tramvia al Traforo delle Torricelle e adesso al futuro filobus cittadino. Il settore dei rapporti con l’Unione Europea (con relativi bandi di finanziamento) ha perduto il dirigente Arnaldo Vecchietti, i Servizi Sociali vedranno l’addio di Salvatore La Cagnina e l’Urbanistica (ma non per Quota 100, in questo caso) vedrà il pensionamento dell’architetto Paolo Boninsegna, mentre i Lavori Pubblici avevano già visto nei mesi scorsi l’addio dell’ingegner Luciano Ortolani. Tutti, ovviamente, saranno subito sostituiti in maniera ottimale, ma non c’è dubbio che si perderanno esperienze pluriennali e professionalità preziose, con inevitabili problemi per tutti gli assessorati interessati.
Un «esodo» di questa vastità, raccontano i funzionari comunali meno giovani, si era visto in passato solamente nella prima metà degli anni ’90 quando, in vista di cambiamenti anche allora della normativa pensionistica, se n’erano andati, uno dopo l’altro, dirigenti di primo piano, alcuni dei quali sono diventati poi protagonisti anche in altri mondi, come l’allora «capo» del settore Bilancio, Piero Paloschi (poi divenuto assessore comunale nella giunta Tosi proprio in quel settore), come Leno Boghetich
Esodo ai vertici A Palazzo si racconta che un ricambio simile si è verificato solo agli inizi degli anni ‘90
(poi eletto consigliere comunale ai tempi della giunta guidata da Michela Sironi) o come l’ingegner Italo Monaco (oggi leader del vivacissimo Comitato per l’Arsenale).
Tornando al tema della Quota 100, i problemi non riguardano solo il Comune di Verona. A tutt’oggi, infatti, proprio dagli enti locali è arrivato il 55,1 per cento delle domande di pensionamento, mentre le nuove assunzioni rimangono per ora bloccate e non tutti i Comuni hanno indetto (come ha invece fatto Verona) nuovi bandi di concorso.