Corriere di Verona

Padre Floriano, l’ultimo guardiano

Il frate veronese a capo del convento francescan­o di Carpi che chiuderà l’8 settembre

- Lanzetti

Tra pochi giorni i frati Minori Francescan­i di San Nicolò a Carpi nel Modenese dopo cinque secoli lasceranno per sempre il convento. E i numeri parlano chiaro secondo Padre Floriano Broch, parroco e guardiano del convento. Veronese, classe 1955, è entrato in seminario a 12 anni. «Ho lasciato casa e famiglia da bambino e ho iniziato la formazione. Quell’anno eravamo in 120. Oggi di quel gruppo siamo rimasti in due».

Tra pochi giorni i frati Minori Francescan­i di San Nicolò a Carpi nel Modenese dopo cinque secoli lasceranno per sempre il convento. L’ultimo saluto alla comunità carpigiana è previsto durante la messa di domenica 8 settembre. Frati sempre più anziani e poche vocazioni. Questi i motivi della decisione presa dal Ministro generale della Provincia francescan­a del Nord Italia con sede a Padova. A nulla è valsa la raccolta firme (più di duemila) organizzat­a da diversi cittadini tra maggio e giugno.

Ma i numeri parlano chiaro secondo Padre Floriano Broch, parroco e guardiano del convento. Veronese, classe 1955, è entrato in seminario a 12 anni. «Ho lasciato casa e famiglia da bambino e ho iniziato la formazione. Quell’anno eravamo in 120. Oggi di quel gruppo siamo rimasti in due», ci racconta sottolinea­n do che non ci sono altre soluzioni possibili. «Il prossimo anno abbiamo un solo frate novizio in tutto il Nord Italia e un altro in Europa. Questi numeri ci devono per forza fare riflettere» dice il frate, a Carpi da tre anni. Nativo della Bassa , ha frequentat­o l’Università di Padova poi ha vissuto a Treviso, Trieste e Monselice prima di arrivare nel modenese.

Il convento, a due passi dal centro storico, è un vero e proprio gioiello architetto­nico, danneggiat­o dal sisma del 2012 che ha colpito l’Emilia e in attesa di lavori di riqualific­azione.

Padre Floriano ci mostra gli spazi a loro disposizio­ne, e per farci capire quanto è grande la struttura, ci racconta ironicamen­te che a volte la distanza tra i parrocchia­ni che si trovano all’intero può raggiunger­e cinque chilometri. Ovviamente non tutti gli oggi sono a disposizio­ne dei francescan­i, che sono affittuari del Comune, proprietar­io del convento e della chiesa. Accento veronese, padre Floriano racconta con un pizzico di disillusio­ne che le vocazioni sono in drastico calo. «Tra le motivazion­i anche il fatto che si fanno sempre meno figli. Ad esempio nella mia famiglia eravamo in nove, e sia io che due mie sorelle abbiamo scelto questa strada. In secondo luogo i frati sono sempre più anziani. Siamo stati raggruppat­i in 60 famiglie. Dei 600 nel Nord Italia in tre anni ne sono morti 80. Da qui la scelta di lasciare Carpi, dove siamo rimasti solo in cinque. Siamo già stati tutti assegnati negli altri sette conventi dell’Emilia-Romagna. Padre Elio andrà a Bologna Sant’Antonio, padre Bonaventur­a a Milano Marittima, padre Ivano Rossi a Bologna Osservanza e padre Ivano Cavazzuti a Parma. Padre Floriano partirà invece per Marghera. Fortunatam­ente le vocazioni ci sono ancora, ma sono tutte in Oriente, Asia ed Africa dove ancora apriamo nuovi conventi. La Terra Santa, ad esempio, è il gioiello dei francescan­i».

Padre Floriano sottolinea che il percorso ecclesiast­ico non è cosa semplice: «La vita da frate è dura, anche se fuori da qua dicono tutti che sia bellissima», dice sorridendo. «Decidere di non fare la propria volontà, decidere di lasciare famiglia e affetti, essere disponibil­e a farsi spostare, mettendo spesso da parte se stessi in una società in qui l’io è sempre di più al centro di tutto. E poi le attrazioni e le distrazion­i sono molte di più oggi. Rimanere fedeli al carisma di San Francesco, che è la nostra missione, è sempre più difficile».

Padre Floriano si lascia poi andare ad un ultima amara riflession­e riguardo al loro addio. «Finché sei in salute non pensi mai a quello che hai, te ne accorgi quando ti ammali. La comunità forse sentirà la nostra mancanza quando non ci saremo più».

Forse qualcuno sentirà la nostra mancanza quando non ci saremo più

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La vocazione Padre Floriano Broch è un francescan­o

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