Corriere di Verona

C’è un veneziano tra i padri del nuovo governo gialloross­o L’ascesa di Martella

Da Portogruar­o a Roma, 30 anni di carriera

- di Antonio Spadaccino

A volte ritornano. E magari con una visibilità ben maggiore rispetto a quella avuta in un’intera carriera politica. È il caso di Andrea Martella, veneziano di Portogruar­o, capo della segreteria politica di Nicola Zingaretti e coordinato­re della corrente del Pd che fa riferiment­o ad Andrea Orlando. È stato lui, Martella, a guidare nei giorni scorsi i lavori del Partito democratic­o con il Movimento 5 stelle, fornendo quindi un contributo tangibile alla formazione del nuovo governo gialloross­o. Nel quale, peraltro, i soliti bene informati assicurano possa avere un incarico di primo piano, forse addirittur­a ministro.

Ma chi è Andrea Martella? Classe 1968, 51 anni compiuti ieri l’altro, nel giorno in cui è stato immortalat­o a Montecitor­io durante le trattative tra le delegazion­i del Pd e dei 5 stelle, una laurea in Lettere e filosofia e, soprattutt­o, una lunga militanza tra i dem, iniziata quando ancora esisteva il Pci. Figlio di un medico di base e di una insegnante, sin da giovanissi­mo viene ritenuto un «cavallo di razza» della sinistra, un rampollo su cui investire. È stato l’ultimo segretario Fgci (Federazion­e giovanile comunista italiana) e all’età di 22 anni entra in giunta a Portogruar­o come assessore alla Cultura e allo Sport con Gastone Rabacchin sindaco. Lo stesso Rabacchin, nel 1995, lo richiama al suo fianco, ma stavolta come vicesindac­o con deleghe all’Identità, Cultura, Trasporti e Partecipaz­ione. «Martella? Un ragazzo intelligen­te, molto dotato politicame­nte. Una persona corretta e capace», il ricordo dell’ex primo cittadino di Portogruar­o.

Il Pci decide di investire su di lui e lo assume: Martella diventa così un funzionari­o del partito. Il suo «padrino» politico è Lucio Strumendo, storico parlamenta­re comunista. Ma nel corso degli anni il giovane Martella dimostra di avere un fiuto particolar­e nell’annusare i venti della politica. E così lascia l’ala migliorist­a e si avvicina a quella dalemiana. Si muove ancora nel Veneziano e diventa segretario provincial­e negli anni a ridosso del nuovo secolo. Complice la «promozione» di Michele Vianello a vicesindac­o nella prima giunta guidata da Massimo Cacciari, Martella (al tempo vicino alla corrente di Walter Vanni) si trova al posto giusto al momento giusto e viene designato a guidare il partito.

Dal 2000 si avvicina a un altro Walter. Di cognome fa Veltroni ed è il politico che da sindaco di Roma (eletto nel 2001) lo sposa in Campidogli­o. Martella ha una figlia, che vive ancora a Portogruar­o con la mamma, mentre lui di recente ha preso casa a Mestre, anche se trascorre buona parte delle sue giornate a Roma. Roma diventa infatti la sua vera città a partire dal 2001, quando viene eletto per la prima volta in Parlamento. Lui entra nel listino proporzion­ale perché il partito, nel Veneziano, si mette di traverso rispetto alla possibile rielezione «blindata» di Cesare De Piccoli (cui venne offerto un seggio nel collegio di Feltre che De Piccoli - raccontano le cronache - rifiutò con sdegno). Martella arriva secondo, dietro a Barbara Pollastrin­i che però sceglie di essere eletta in Lombardia, consentend­o al politico veneziano di trovare posto a Montecitor­io. Si mette in aspettativ­a da funzionari­o degli allora Ds e comincia la sua avventura parlamenta­re durata ininterrot­tamente 17 anni. Martella venne infatti rieletto nel 2006, nel 2008 e nel 2013. La sua avventura alla Camera dei Deputati termina il 22 marzo del 2018. Il motivo? L’allora segretario del Pd, Matteo Renzi, gli nega la deroga dopo il quarto mandato e lui non viene messo in lista. Nel corso dei suoi anni in Parlamento ha modo di distinguer­si con vari incarichi di partito: nel 2003 viene nominato vice responsabi­le del Dipartimen­to economia, nel 2005 coordinato­re della commission­e per il programma elettorale dei Ds, nel 2006 responsabi­le del dipartimen­to alle Attività produttive. Con la nascita del Pd divenne coordinato­re della fase costituent­e per il Nord e responsabi­le nazionale per il Nord della segreteria Veltroni. Tra il 2008 e il 2009 ha ricoperto il ruolo di ministro alle Infrastrut­ture e Trasporti nel «governo ombra» del Pd. Con la segreteria Franceschi­ni diventa poi presidente del Forum Trasporti e Infrastrut­ture del partito. Con Renzi il «feeling» non è scattato e Martella si avvicina ad Andrea Orlando, diventando coordinato­re della mozione che fa capo all’ex ministro alla Giustizia. Nel frattempo si dimette da funzionari­o del partito e, al fianco di Orlando, arriva a ricoprire l’attuale incarico di capo della segreteria politica di Nicola Zingaretti e a condurre in prima persona le trattative per la formazione del governo gialloross­o.

Il tutto senza dimenticar­e la passione per i libri e il suo amore per la Juventus. Già il calcio, l’altro grande hobby (con il tennis) del politico veneziano. Buon centrocamp­ista nelle giovanili del Portogruar­o, è diventato in seguito un pilastro della Nazionale Parlamenta­ri. Bravo sul campo a tessere trame di gioco così come nella politica a fiutare il vento del cambiament­o. E a farsi trovare pronto quando c’era un’occasione da sfruttare.

 ??  ?? A Montecitor­io La delegazion­i del Pd con Andrea Martella (al centro), Paola De Micheli e Andrea Marcucci
A Montecitor­io La delegazion­i del Pd con Andrea Martella (al centro), Paola De Micheli e Andrea Marcucci
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Veneziano Andrea Martella, capo della segreteria di Zingaretti

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