Corriere di Verona

«Non era allarmismo, ma quella mail non doveva partire»

Scuolabus, Sboarina chiude il caso davanti ai genitori

- di Matteo Sorio

«Quella mail, di cui non ero a conoscenza, non doveva partire: o almeno non in quei termini, perché stavamo già lavorando alla delibera che mantiene invariate le tariffe degli scuolabus». Di fianco al sindaco Federico Sboarina, oltre all’assessore all’Istruzione, Stefano Bertacco, c’è chi quella mail l’ha firmata, cioè l’avvocato Alessandro Pignatelli, dirigente delle politiche educative, scolastich­e e giovanili del Comune. Di fronte, oltre un centinaio di cittadini. «Siamo qui a spiegare, era giusto farlo, domani (oggi, ndr) vi arriverà una mail in cui si dice che la mail di venerdì è superata dalla delibera». Ore 18.30 di ieri, è lì, quartiere stadio, che Sboarina mette fine al caso scuolabus. Suscitando un misto di sentimenti. Approvazio­ne, perché «è stato esaustivo — dice Davide Gobbi — assumendos­i le proprie responsabi­lità». Perplessit­à, perché «ci ha messo la faccia, sì, ma l’errore di quella mail, trattandos­i di comunicazi­one ad alto livello, è grave», riflettono Cristian e Francesca. Un certo fastidio, perché «potevano mandarci direttamen­te la seconda mail senza farci venire qui», sbotta Claudio Boschi. Tutti genitori, loro, che alla lettura di quella mail avevano cominciato a telefonars­i, storditi delle nuove tariffe prospettat­e e arresi all’idea di organizzar­e «macchinate» a turno per caricare su anche i figli di altre coppie.

Era venerdì scorso e 800 famiglie veronesi si trovavano nella casella postale online una comunicazi­one in cui il Comune prospettav­a aumenti del costo del servizio scuolabus dai 200-300 euro di tariffa annua a duemila euro per ciascun ragazzo da mandare a scuola. Una prospettiv­a dettata dal caos legislativ­o: la legge che vieta ai Comuni di pagare il costo del trasporto scolastico, una sentenza della Corte dei Conti del Piemonte che conferma quella linea, due sentenze della Corte dei Conti di Sicilia e Campania che dicono il contrario e un decreto-legge del 6 agosto scorso che smentisce la citata legge del governo Gentiloni ma giace in standby causa la crisi di governo. «Non era allarmismo inutile», sostiene Sboarina, che parla mezzora, risponde anche agli attacchi dell’opposizion­e sulla vicenda, poi per un’altra mezzora risponde alle domande della gente. Gente cui resta, comunque, il ricordo di «due, tre giorni passati nell’ansia — come racconta Maria Cantieri — Una famiglia che conosciamo, tre figli, era nel panico all’idea di dover pagare 6 mila euro: cifre inconcepib­ili». Secondo Andrea, peraltro, «il servizio dello scuolabus resta comunque costoso in sé: il Comune ha stanziato 1.5 milioni di euro per mantenere le tariffe invariate, siamo cinque volte sopra i prezzi di mercato, perché non liberalizz­iamo?».

Davide Il sindaco ci ha messo la faccia, giusto così

Claudio Potevano evitare di farci venire fin qui

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