Le Miss viste dalla psicologa «Sono le nuove femministe e non sognano più il principe»
Mestre, al Museo M9 con Vera Slepoj e le concorrenti: «Sane e sicure»
I desideri
Non vogliono un marito ma indipendenza, realizzazione professionale, puntano su loro stesse. Non temono fallimenti
Le critiche Evento che mercifica le donne? Sono solo pregiudizi polverosi, non è più una passerella di fisicità: chi la pensa così è fuori strada
La psicologa e le Miss. VENEZIA Una giornata full immersion ieri al Museo M9 di Mestre tra le bellissime e la professionista veneta che Patrizia Mirigliani e il suo staff di Miss Italia hanno voluto quest’anno a confrontarsi con le ragazze e analizzarle: Vera Slepoj, psicologa e psicanalista padovana. «Cercavo patologie, non ne ho trovate», esordisce la professionista. L’occhio clinico era pronto a rovistare tra campanelli di allarme, individuare disordini alimentari o dipendenze di vario tipo, invece niente. «Ragazze consapevoli, sane, forti. Con idee solide sulla vita e il futuro». Tanti colloqui ieri al Museo M9 e anche un questionario approfondito con molte domande, che la psicologa analizzerà nelle prossime ore e da cui trarrà spunti di riflessione.
Dottoressa Slepoj, il concorso di Miss Italia con la passerella di ragazze che sfilano in costume anche quest’anno è stato criticato ...
«Solo pregiudizi vecchi e polverosi. Ho parlato a lungo con le ragazze e ho trovato una grande sorpresa: Miss Italia è cambiata, non è più il concorso della fisicità. Chi la pensa così è fuori strada. La bellezza non è il centro, non è significativa in modo assoluto»
Come sono cambiate le ragazze? Cosa vuole oggi chi partecipa a Miss Italia?
«Ho visto come saranno le donne di domani: decise, sicure di sè, consapevoli delle loro potenzialità. Anche la bellezza è cambiata: salute, benessere, corpi morbidi, scolpiti da sport e alimentazione, sani. Non magri, nè sacrificati. Sembrano i corpi delle atlete. E le ragazze sono così, una squadra di atlete, in gara, con un sano spirito di competizione tra loro. Cresciute con il mito di Miss Italia visto come possibilità per trovare lavoro. Non puntano alla corona, ma alle opportunità professionali, alle tante porte che questo concorso può aprire». Sognano ancora il cinema, la tivù e la moda?
«Solo una delle ragazze mi ha parlato del cinema. Le altre hanno obiettivi diversi, la maggioranza sogna di diventare giornalista televisiva. Per tutte lo studio è un percorso a cui non intendono rinunciare. Sono diplomate, una si è già laureata in architettura a 21 anni, tutte vogliono iscriversi all’Università, lo danno per scontato».
C’è consapevolezza verso le battaglie per diritti, parità, contro il gender gap e le
discriminazioni?
«Ma queste ragazze sono le nuove femministe, mettono loro stesse al centro, vogliono prima di tutto raggiungere l’autonomia economica per non dipendere da nessuno, uomini compresi. E nemmeno da lavori statali o d’ufficio. Reclamano relazioni paritarie, con uomini capaci di stare al loro fianco e rispettarle, ma senza fretta. Non sognano il matrimonio, l’amore non è al momento la priorità. pochissime tra loro sono fidanzate. Sono ragazze e donne che vogliono essere protagoniste della propria vita, indipendenti, non sono disposte a subire, non aspettano il Principe Azzurro. Puntano su loro stesse: giovani, forti e consapevoli».
Miss Italia non è quindi più un concorso di bellezza?
«La bellezza è centrale, ma non è il valore assoluto. Per avere successo non basta solo la bellezza, come non basta solo la genialità. Questo le ragazze sembrano averlo chiaro. Però non bisogna vergognarsi della bellezza, nè celarla per essere prese sul serio, anche questo le aspiranti Miss l’hanno capito bene. E della loro bellezza non si vergognano»
Quali sono i modelli di riferimento?
«È curioso che nessuna mi abbia nominato Chiara Ferragni, che invece so andava per la maggiore qualche tempo fa. La mia impressione è che l’ondata social sia tramontata, queste ragazze preferiscano vivere fuori dai social, stare con gli altri, condividere, fare esperienze, imparare».
La scrittrice Dacia Maraini ha criticato il ritorno del concorso in Rai e accusato l’evento di mercificazione del corpo femminile.
«Chi parla così non conosce il concorso di Miss Italia, sono prese di posizione vecchie, anacronistiche. Queste ragazze sono donne nuove, costruiranno nuovi valori. Non subiscono nulla, hanno un’alta autostima, affrontano sfide e opportunità. Sanno cosa vuol dire resilienza, sono competitive, non spaventate dal fallimento»