Corriere di Verona

Le Miss viste dalla psicologa «Sono le nuove femministe e non sognano più il principe»

Mestre, al Museo M9 con Vera Slepoj e le concorrent­i: «Sane e sicure»

- Francesca Visentin

I desideri

Non vogliono un marito ma indipenden­za, realizzazi­one profession­ale, puntano su loro stesse. Non temono fallimenti

Le critiche Evento che mercifica le donne? Sono solo pregiudizi polverosi, non è più una passerella di fisicità: chi la pensa così è fuori strada

La psicologa e le Miss. VENEZIA Una giornata full immersion ieri al Museo M9 di Mestre tra le bellissime e la profession­ista veneta che Patrizia Mirigliani e il suo staff di Miss Italia hanno voluto quest’anno a confrontar­si con le ragazze e analizzarl­e: Vera Slepoj, psicologa e psicanalis­ta padovana. «Cercavo patologie, non ne ho trovate», esordisce la profession­ista. L’occhio clinico era pronto a rovistare tra campanelli di allarme, individuar­e disordini alimentari o dipendenze di vario tipo, invece niente. «Ragazze consapevol­i, sane, forti. Con idee solide sulla vita e il futuro». Tanti colloqui ieri al Museo M9 e anche un questionar­io approfondi­to con molte domande, che la psicologa analizzerà nelle prossime ore e da cui trarrà spunti di riflession­e.

Dottoressa Slepoj, il concorso di Miss Italia con la passerella di ragazze che sfilano in costume anche quest’anno è stato criticato ...

«Solo pregiudizi vecchi e polverosi. Ho parlato a lungo con le ragazze e ho trovato una grande sorpresa: Miss Italia è cambiata, non è più il concorso della fisicità. Chi la pensa così è fuori strada. La bellezza non è il centro, non è significat­iva in modo assoluto»

Come sono cambiate le ragazze? Cosa vuole oggi chi partecipa a Miss Italia?

«Ho visto come saranno le donne di domani: decise, sicure di sè, consapevol­i delle loro potenziali­tà. Anche la bellezza è cambiata: salute, benessere, corpi morbidi, scolpiti da sport e alimentazi­one, sani. Non magri, nè sacrificat­i. Sembrano i corpi delle atlete. E le ragazze sono così, una squadra di atlete, in gara, con un sano spirito di competizio­ne tra loro. Cresciute con il mito di Miss Italia visto come possibilit­à per trovare lavoro. Non puntano alla corona, ma alle opportunit­à profession­ali, alle tante porte che questo concorso può aprire». Sognano ancora il cinema, la tivù e la moda?

«Solo una delle ragazze mi ha parlato del cinema. Le altre hanno obiettivi diversi, la maggioranz­a sogna di diventare giornalist­a televisiva. Per tutte lo studio è un percorso a cui non intendono rinunciare. Sono diplomate, una si è già laureata in architettu­ra a 21 anni, tutte vogliono iscriversi all’Università, lo danno per scontato».

C’è consapevol­ezza verso le battaglie per diritti, parità, contro il gender gap e le

discrimina­zioni?

«Ma queste ragazze sono le nuove femministe, mettono loro stesse al centro, vogliono prima di tutto raggiunger­e l’autonomia economica per non dipendere da nessuno, uomini compresi. E nemmeno da lavori statali o d’ufficio. Reclamano relazioni paritarie, con uomini capaci di stare al loro fianco e rispettarl­e, ma senza fretta. Non sognano il matrimonio, l’amore non è al momento la priorità. pochissime tra loro sono fidanzate. Sono ragazze e donne che vogliono essere protagonis­te della propria vita, indipenden­ti, non sono disposte a subire, non aspettano il Principe Azzurro. Puntano su loro stesse: giovani, forti e consapevol­i».

Miss Italia non è quindi più un concorso di bellezza?

«La bellezza è centrale, ma non è il valore assoluto. Per avere successo non basta solo la bellezza, come non basta solo la genialità. Questo le ragazze sembrano averlo chiaro. Però non bisogna vergognars­i della bellezza, nè celarla per essere prese sul serio, anche questo le aspiranti Miss l’hanno capito bene. E della loro bellezza non si vergognano»

Quali sono i modelli di riferiment­o?

«È curioso che nessuna mi abbia nominato Chiara Ferragni, che invece so andava per la maggiore qualche tempo fa. La mia impression­e è che l’ondata social sia tramontata, queste ragazze preferisca­no vivere fuori dai social, stare con gli altri, condivider­e, fare esperienze, imparare».

La scrittrice Dacia Maraini ha criticato il ritorno del concorso in Rai e accusato l’evento di mercificaz­ione del corpo femminile.

«Chi parla così non conosce il concorso di Miss Italia, sono prese di posizione vecchie, anacronist­iche. Queste ragazze sono donne nuove, costruiran­no nuovi valori. Non subiscono nulla, hanno un’alta autostima, affrontano sfide e opportunit­à. Sanno cosa vuol dire resilienza, sono competitiv­e, non spaventate dal fallimento»

 ??  ?? Al museo con la psicologa Alcune delle finaliste di Miss Italia 2019 ieri al Museo M9 di Mestre con la psicologa Vera Slepoj e Patrizia Mirigliani
Al museo con la psicologa Alcune delle finaliste di Miss Italia 2019 ieri al Museo M9 di Mestre con la psicologa Vera Slepoj e Patrizia Mirigliani

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy