Cinque Paperoni con alloggio popolare L’Ater: «Hanno i mesi contati»
Nuova legge, in 150 non hanno presentato l’Isee. Le regolarizzazioni entro settembre
«Affitti più cari per tutti? Quel che è certo è che Ater, con le nuove regole, avrà meno entrate: in molti beneficeranno delle nuove regole». Manca un mese esatto al 30 settembre, data cruciale per le Ater del Veneto (e, a Verona, anche per l’Agec, sua versione comunale). In piazza Pozza, San Zeno, si comincia a fare i conti con la nuova legge regionale sugli alloggi popolari. Entro fine settembre circa 150 persone (al momento inadempienti) dovranno presentare il proprio Isee e chiarire il proprio stato patrimoniale. Tra questi ci sono almeno cinque «paperoni» oltre i 200 mila euro di reddito.
«Affitti più cari per tutti? Quel che è certo è che Ater, con le nuove regole, avrà meno entrate: in molti beneficeranno delle nuove regole». Manca un mese esatto al 30 settembre, data cruciale per le Ater del Veneto (e, a Verona, anche per l’Agec, sua versione comunale). In piazza Pozza, San Zeno, si comincia a fare i conti con la nuova legge regionale sugli alloggi popolari. Entro fine settembre circa 150 persone (al momento inadempienti) dovranno presentare il proprio Isee e chiarire il proprio stato patrimoniale. Tra questi ci sono almeno cinque «paperoni» oltre i 200 mila euro di reddito, uno dei quali, come si è appreso da un’inchiesta giornalistica, vanta un patrimonio di oltre un milione di euro, di cui circa 85mila in immobili. Eppure, paga 250 euro d’affitto in un appartamento di edilizia popolare.
I vertici di Ater confermano: «Situazioni di questo genere esistono: si contano sulle dita di una mano e sono emerse grazie alla nuova legge — spiegano Luca Mozzini, direttore dell’azienda pubblica e Claudio Righetti, che siede nel consiglio di amministrazione — come tutti gli altri hanno ricevuto la comunicazione in luglio avendo tempo di chiarire la loro posizione entro fine settembre e di rientrare nei parametri». Ma il «rientro» sembra estremamente difficile. Scatteranno quindi le misure che possono portare a una sfratto in tempi relativamente rapidi (da qualche mese fino a due anni, dipende anche dalla scadenza del contratto).
Ci sono poi tutti gli altri inquilini, compresi quelli che hanno manifestato in un paio di occasioni fuori dalla sede dell’Ater, dimostrando, tra le altre cose, di essere trovati affitti raddoppiati per «sforamenti» di pochi euro dovuti magari a entrate eccezionali (un esempio: l’arrivo del Tfr). I numeri sono rilevanti per una realtà che conta 5184 alloggi, di cui oltre quattromila convenzionati (con Agec il numero raddoppia). Un paio di settimane fa, l’Ater aveva annunciato l’avvio di un tavolo tecnico che sarebbe servito per «discernere» caso per caso. «Applicheremo alcuni filtri — avviano Mozzini e Righetti — in modo da adottare criteri quanto più oggettivi. Tra questi ci sarà sicuramente quello dell’anzianità, nonché eventuali differenze fuori scala con il canone precedenti». Attenzione: il fatto che alcuni affitti aumenteranno non significheranno maggiori entrate. «Ci sono molti nuovi beneficiari — avvisano i vertici — che entreranno con un canone di 88 euro al mese. Siamo contento di dare spazio a loro piuttosto che lasciare in alloggi popolari famiglie che si passavano il testimone di generazione in generazione, magari pagando 200 euro. La stima è che in cinque anni le entrate potranno calare al punto di fare fatica con il bilancio». Scenari ancora lontani.
Sul tema è intervenuto anche l’ex sindaco Flavio Tosi che replica al presidente della Regione, Luca Zaia (nei giorni scorsi, il governatore aveva difeso la legge): «È un provvedimento che colpisce gli onesti, Zaia dimostra solo un’arroganza indicibile».
Fronte Pd, il consigliere comunale Federico Benini dichiara di aver raccolto cento firme a Borgo Nuovo (quartiere ad alta densità di alloggi popolari): «Molti inquilini si sono chiesti come mai Zaia spenda soldi in manifesti — ha sottolineato — per poi chiedere loro quei cento euro in più al mese».