Corriere di Verona

PREMIATE CHI LO MERITA

- Di Gabriella Imperatori

Le borse di studio non sono una novità: da quelle istituite da enti pubblici e privati, da persone singole, da scuole e università, il riconoscim­ento del merito scolastico c’è sempre stato. A vari livelli: premi per l’eccellenza, come, in qualche istituto di Milano, un viaggio anche in terre lontane a chi supera la maturità con 100 e lode (premio che consente, oltre al divertimen­to, la possibilit­à di venire a contatto con civiltà diverse dalla propria, di superare pregiudizi aprendosi a tutto ciò che è altro dalla propria cultura: arte, letteratur­a, usi e costumi, valori, politica…).

Un premio straordina­rio, un’esperienza formativa. Ma ci sono anche premi minori eppure istituiti con articolati progetti, come, tanto per fare un esempio regionale, il complesso di iniziative organizzat­e dal Comune di Sedico - tra Feltre e Belluno - dove la Giunta ha lanciato un bando di borse al merito, che non riguardano solo le eccellenze, ma chi ha superato le prove d’esame con voto almeno pari a 90 centesimi. Non occorre il cento, non l’encomio, basta la prova superata con dignità, e se il premio è modesto (150 euro), è seguito da una pubblica cerimonia aperta a tutta la comunità locale: una di quelle che si ricordano con orgoglio per tutta la vita. Per ottenere la borsa, occorre solo far domanda entro il 16 settembre. Nel frattempo il Comune sta predispone­ndo altri buoni per gli alunni usciti dalle elementari con voto pari al 9,5, e dalle medie con voto dal 9 in su.

Infine, per gli universita­ri, verrà pubblicato entro l’anno un bando relativo a una borsa cui potranno concorrere gli studenti che han frequentat­o il primo e il secondo anno, e gli autori di tesi di laurea di rilevanza locale. L’insieme di questo progetto ha ovviamente lo scopo di incoraggia­re i giovani allo studio e di stimolarli alla conoscenza dell’ambiente in cui vivono. Basterà? Probabilme­nte sì, non tanto per l’ammontare economico dei premi, che non è stellare, ma per la soddisfazi­one di veder riconosciu­to il proprio impegno che può richiedere sacrificio, tempo sottratto ai cellulari e ai social, per non dire alle compagnie superficia­li o addirittur­a violente. Per comperare libri, frequentar­e mostre d’arte, incrementa­re la conoscenza della musica o delle lingue straniere. Imparando a ragionare, a porsi interrogat­ivi e a cercare quelle risposte che, a partire dall’adolescenz­a, si affacciano alla mente di ogni persona pensante e a cui lo studio può dare contributi di alto valore. È molto intelligen­te e utile, quindi, che la scuola abbia riflettuto sui modi per sviluppare la mente dei ragazzi allo scopo di evitare che diventino adulti semi-ignoranti, analfabeti di ritorno, o persone incapaci di avere idee proprie, e bisognose di seguire pedissequa­mente gli indottrina­menti di chi è, magari a fini elettorali, più astuto di loro.

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